Yara, il comandante del Ros: "Così siamo arrivati a Bossetti"

Le analisi sui contatti telefonici, poi la svolta sul dna. Così i Ros hanno capito che Bossetti è "Ignoto 1"

Yara, il comandante del Ros: "Così siamo arrivati a Bossetti"

Furono "indagini classiche", unite a "una rete di protezione di indagini scientifiche" che doveva servire qualora le prime non avessero funzionato, a individuare in Massimo Bossetti quello che le indagino avevano bollato come "Ignoto 1", ovvero l’uomo a cui apparteneva il dna individuato sul corpo di Yara Gambirasio quando fu trovata ammazzata. A ripercorrere come si arrivò al fermo del muratore di Mapello durante il processo è stato il tenente colonnello Michele Lorusso, già comandante del Ros di Brescia che si occupò delle indagini.

Bossetti è l'unico imputato per l’omicidio della tredicenne, scomparsa il 26 novembre del 2010 dal Brembate di Sotto (Bergamo) e trovata uccisa 3 mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola. In Aula Lorusso ha ricostruito le fasi delle indagini iniziate con una maxi analisi di "tutti i contatti telefonici" di Yara dei due anni precedenti alla tragedia. Partendo dai dna prelevati tra i 31mila frequentatori della discoteca Sabbie mobili di Chignolo d’Isola, nelle cui vicinanze fu trovato il corpo della ragazza, si arrivò alla famiglia di Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus morto nel 1999. Il dna di un parente, che al momento della scomparsa di Yara si trovava all’estero, portava al ceppo familiare ma non corrispondeva a nessuno dei figli di Guerinoni. Da qui l’ipotesi di un figlio illegittimo e la decisione di fare uno screening delle donne che potenzialmente potevano aver avuto relazioni con lui.

Le analisi dei registri anagrafici portarono a una rosa che comprendeva anche Ester Arzuffi. Prima di trasferirsi a Brembate di Sopra la madre di Bossetti aveva, infatti, vissuto a Parre, dove abitava anche Guerinoni. Dall’analisi del dna di Ester Arzuffi, che tempo prima volontariamente si era sottoposta al test, gli investigatori giunsero alla certezza che era la madre di "Ignoto1".

Da quel momento iniziarono a concentrare l'attenzione sul muratore di Mapello e non sulla sorella gemella e sul fratello di cinque anni più giovane dal momento che Bossetti era nato in un periodo in cui Guerinoni e la Arzuffi potevano essersi frequentati e il Dna a loro disposizione era quello di "un uomo con gli occhi azzurri o verdi". Poi il prelievo del Dna al muratore, nel corso di un controllo stradale simulato, con la prova dell’alcol test: dunque la comparazione con quello della madre e il fermo, il 16 giugno dell’anno scorso.

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