Richiesta di ineleggibilità per la leader dell'ultradestra francese, Marine Le Pen (nella foto) e per tutti gli altri imputati alla sbarra in Francia per appropriazione indebita nel processo che riguarda la sottrazione di fondi europei da parte del Front National, oggi Rassemblement National.
L'accusa, che non ha ancora enunciato le pene richieste nel processo, ha annunciato durante le sue requisizioni di voler avanzare richieste di ineleggibilità contro tutti gli imputati, «modulate» in funzione delle responsabilità di ciascuno. I procuratori hanno chiesto che questa pena sia accompagnata da una «esecuzione provvisoria», cioè che si applichi immediatamente, anche se faranno appello.
Una pena del genere «significherebbe proibire agli imputati di presentarsi alle future elezioni locali o nazionali», ha precisato il procuratore davanti alla triplice candidata presidenziale seduta in prima fila tra gli imputati. Ma «siamo qui in un foro giudiziario e la legge si applica a tutti».
L'accusa nei confronti di Marine Le Pen è di presunta deviazione di 6,8 milioni di euro dal Parlamento europeo per finanziare il suo partito politico. Il processo è cominciato a inizio ottobre e la figlia d'arte della politica francese ha sempre partecipato alle udienze, dicendosi serena.
Le Pen si sente probabilmente forte anche del risultato delle ultime elezioni in Francia, dalle europee nelle quali il suo partito ha sbancato provocando la decisione di Emmanuel Macron di indire nuove elezioni, alle politiche di luglio, quando per un soffio ha sfiorato la guida dell'esecutivo francese, ora condotto dal primo ministro Michel Barnier, esponente del centrodestra francese.
Una sentenza di ineleggibilità rappresenterebbe tuttavia la fine della carriera politica di Le Pen, che non smette di sognare l'Eliseo ed è pronta a candidarsi anche alle presidenziale del 2027, sperando che questa sia la volta buona. Le vicende giudiziarie rischiano tuttavia di cambiare il corso degli eventi politici e di cambiare i destini della Francia e della dama della destra francese.
Marine Le Pen, all'uscita
dall'udienza a Parigi, ha denunciato «la violenza e l'eccesso» dopo le richieste dell'accusa. «Penso che la volontà sia quella di privare i francesi della capacità di votare per chi vogliono e di rovinare il partito» ha affermato.
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