La sezione disciplinare ha 6 grossi faldoni, circa 5mila pagine, da esaminare per l’atto di incolpazione contro il pm di Catanzaro. Che dovrà formulare il sostituto Procuratore generale della Cassazione, Vito D’Ambrosio, rappresentante dell’accusa, mentre i difensori di De Magistris, Alessandro Criscuolo e del Procuratore capo di Catanzaro, Mariano Lombardi (anche lui sotto la spada di Damocle del trasferimento), Fausto Zuccarelli, dovranno rispondervi con memorie difensive.
A chiedere più tempo, nella riunione di ieri mattina a palazzo de’ Marescialli, è stato proprio D’Ambrosio e si sono uniti i difensori dei magistrati accusati. Zuccarelli ha presentato anche un’istanza di «inammissibilità» dell’integrazione di incolpazione a carico di De Magistris da parte del ministero, sulla quale il Csm dovrà decidere.
Il fatto è che quando Clemente Mastella ha iniziato l’azione disciplinare il 20 settembre, chiedendo un provvedimento cautelare di allontanamento, ha documentato le sue accuse facendo riferimento solo alla gestione dell’inchiesta sulle «toghe lucane» di De Magistris, mentre il 4 settembre ha comunicato di aver esercitato l’azione disciplinare per «nuovi fatti» che riguardano altre due inchieste iniziate dal pm: la «Poseidone» (che poi gli è stata sottratta da Lombardi) e la «Why Not», nella quale è indagato il premier Romano Prodi e il cui principale indagato è Antonio Saladino, intercettato al telefono proprio con Mastella.
Una valanga di nuove accuse, proprio nel bel mezzo delle polemiche sulla rovente trasmissione Annozero di Michele Santoro, che hanno già fatto parlare di un possibile rinvio. Certo, non si prevedevano 2 mesi e mezzo di attesa, ma al Csm si sostiene che il 17 dicembre è la «prima data utile». Il rinvio era «dovuto» per Zuccarelli, è «interlocutorio» per Criscuolo. Ambedue avranno tutto il tempo per mettere a punto la strategia difensiva. Le nuove carte arrivate dalla prima Commissione del Csm (dove sono in corso già altri procedimenti su De Magistris) sono tante. Riguardano anche i rapporti tra il pm e il consulente Gioacchino Genchi e le presunte acquisizioni di migliaia di tabulati delle telefonate di migliaia di persone, compresi vertici delle istituzioni, senza rivolgersi alla Giunta per le autorizzazioni.
«C’è la necessità - spiegano al Csm - di allargare il campo e riunire le varie accuse in un unico atto d’incolpazione. E la questione è delicata: non un ordinario trasferimento d’ufficio, ma una decisione carica di implicazioni politiche. Quindi, la sezione disciplinare vuole andarci con i piedi di piombo». E magari, far decantare il clima di polemica e far abbassare un po’ il livello d’attenzione.
Intanto, De Magistris continuerà a lavorare alle sue inchieste, con tutto l’interesse a dimostrare equilibrio e rispetto delle regole. «L’accoglimento o meno dell’istanza - fanno notare al Csm - dipenderà anche da come si comporterà ora». Diversa la posizione di Lombardi, che a febbraio dovrà comunque lasciare il vertice della Procura, perché avrà raggiunto il tetto di 8 anni per gli incarichi direttivi, fissato dalla riforma dell’ordinamento giudiziario.
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