Cuba è pronta a tagliare la storica razione di quattro pacchetti di sigarette al mese per oltre 2,5 milioni di over 54. L'annuncio è arrivato ieri dopo un infuocato Consiglio dei ministri guidati da Raul Castro. «Le sigarette non sono una necessità primaria», avrebbe detto lo stesso fratello del dittatore.
Dalla fornitura mensile di viveri verranno anche rimossi entro l'anno ceci, patate e mezzo kg di zucchero. Già nel 1990 c'era stato un crollo verticale delle provviste fornite dal governo in seguito al crollo dei regimi comunisti, ma non si era mai parlato di ridurre le sigarette. Secondo gli economisti locali la drastica riduzione di viveri non basterà nemmeno per due settimane, costringendo così molti cubani a inventarsi qualcos'altro per sopravvivere. L'idea di Raul, salito al potere nel 2008, è quella di smontare un po' alla volta l'economia centralista e statalista voluta dal fratello perché a suo dire non al passo con la crisi economica che ha colpito il pianeta. Sono già caduti sotto la scure di Castro jr anche altri sussidi, come le vacanze e i viaggi di nozze pagati dallo Stato. Resta in piedi, fortunatamente per i cubani, il servizio sanitario, la scuola e il sistema sociale, gratis ma chissà ancora per quanto tempo. L'obiettivo di Raul Castro è spingere un milione di lavoratori pubblici entro i prossimi cinque anni verso l'impresa agricola e la creazione di piccole aziende per far fronte all'emorragia della spesa pubblica.
Cuba è il più importante produttore di tabacco e sigari nel mondo e ha la più alta percentuale di fumatori. Un pacchetto di sigarette senza filtro viene venduto a circa 5/7 pesos, vale a dire 35/40 centesimi di dollaro, ma per strada è possibile acquistarli anche a 2 o 3 pesos.
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