Cuccioli in cattedra: si insegna la pet therapy

Cuccioli labrador a scuola. Meglio, in cattedra. Proprio come i professori. Che i cani abbiano molto da insegnarci non è una novità. Nuovo, semmai, è il fatto che la «pet therapy» faccia il suo ingresso ufficiale fra le materie scolastiche. Succede a Quarto Oggiaro, all’istituto superiore «Frisi» di via Otranto, al corso per operatori sociali. Da ottobre a marzo si alterneranno lezioni con psicologi, veterinari, educatori cinofili, esperti di riabilitazione motoria e, naturalmente, dimostrazioni con i cani. Come mai la pet therapy fra le materie delle superiori? Maria Luisa Spagnol è la professoressa che ha coordinato il progetto: «La nostra scuola riceve un trattamento particolare - spiega - È in una zona periferica, ci sono ancora molti ragazzi che abbandonano gli studi. Abbiamo deciso di promuovere il corso per offrire agli studenti un’opportunità di lavoro. Ci siamo rivolti al garante degli Animali del Comune, Gianluca Comazzi, e abbiamo impiegato parte dei nostri fondi, il diploma di tecnico sociale porterà i nostri ragazzi a lavorare nelle case di riposo, negli asili nido, nelle cliniche private. I rudimenti di pet therapy saranno la loro marcia in più: le terapie di sostegno con gli animali sono in aumento. Recentemente il sottosegretario alla salute Francesca Martini ha sostenuto l’apertura del primo centro di pet therapy a Vicenza». Cosa verrà spiegato agli studenti? «I cani sono co-terapeuti già da qualche anno all’istituto Redaelli dove i ragazzi faranno il loro tirocinio - spiega una delle docenti, la psicologa Lavinia Pessina -. E sono di grande aiuto ai malati di Parkinson e di Alzheimer.

I pazienti giocano con gli animali, tirando loro palline, li spazzolano o li accarezzano, in questo modo controllano i tremori eccessivi e provano a impugnare gli oggetti in modi diversi. C’era una signora che non ricordava mai gli incontri che le capitavano nelle ultime settimane, eppure a distanza di quindici giorni si era accorta che le avevamo cambiato il cane».