Il "furto" dei segreti e gli investimenti: così Pechino ha beffato Hollywood

La Cina ha imparato a maneggiare l'arte del cinema sfruttando al meglio la sua cooperazione con gli Stati Uniti. E ora è pronta a usare questo strumento di soft power per rinnovare la propria immagine mondiale

Il "furto" dei segreti e gli investimenti: così Pechino ha beffato Hollywood
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Ha osservato Hollywood da lontano prima di avvicinarsi sempre di più grazie ad accordi e partecipazioni in svariati progetti. Ha quindi appreso i segreti del mestiere dall'interno capendo come realizzare film avvincenti e spendibili in tutto il mondo. È infine riuscita a creare un'industria cinematografica interna solida che ora poco o niente ha da invidiare a quella statunitense. Detto altrimenti, nell'arco di un decennio scarso la Cina ha imparato a maneggiare l'arte del cinema hollywoodiano sfruttando al meglio la sua cooperazione con gli Stati Uniti. E ora è pronta a usare questo strumento di soft power per rinnovare la propria immagine mondiale. Proprio come hanno fin qui fatto, per altro con successo, gli Usa.

Superare Hollywood

Come ha sottolineato Il Post in un lungo approfondimento, se il cinema cinese è oggi in grado di sfornare film ad alto budget piacevoli agli occhi di un pubblico trasversale la motivazione principale è da ricercare negli Stati Uniti. In un primo momento, Pechino ha aperto le sue porte all'importazione delle più importanti produzioni made in Hollywood. Ha così gettato le fondamenta per creare una fanbase di amanti dei blockbuster, per poi munirsi di sale cinematografiche all'avanguardia e intanto apprendere i trucchi dai migliori professionisti sulla piazza.

Già, perché intanto Hollywood aveva iniziato a chiedersi come fare per strizzare l'occhio al pubblico cinese. Sono dunque seguite collaborazioni tra le parti e ricchissime offerte di lavoro proposte da Pechino ai migliori registi e sceneggiatori statunitensi. Il risultato è che adesso il settore cinematografico della Cina può incassare cifre folli senza proiettare nelle sue sale i film Usa. Le pellicole autoctone hanno così superato quelle Usa.

Il percorso della Cina

Per capire come ha fatto il cinema del Dragone ad arrivare dove si trova adesso bisogna partire dalle prime collaborazioni tra Hollywood e le controparti cinesi. Quando le troupe americane - solite girare film in Paesi stranieri, nel tentativo di incamerare incentivi fiscali e allargare il bacino del pubblico - si trovavano ad operare contatto con i cinesi, questi ultimi studiavano i loro compagni di lavoro, comprese le tecnologie e tecniche utilizzate sul campo. Osservavano anche come scrivere copioni più hollywoodiani, ovvero commerciali e avvincenti.

Con gli anni, il cinema cinese ha iniziato a produrre piccoli capolavori. Capolavori almeno in patria, perché oltre la Muraglia questi film non riscontravano lo stesso successo. Ebbene, il gigante asiatico sta cercando di superare anche questo ostacolo. Hollywood, ha evidenziato The Atlantic, è nel frattempo diventata un braccio commerciale per le nuove ambizioni della Cina, al punto che l'interesse cinese per l’industria cinematografica americana si è rivelato complementare all'ascesa politica del Dragone. Un'ascesa che sta riscrivendo l’ordine globale del nuovo secolo.

L'obiettivo di Pechino

La filmografia cinese negli ultimi anni ha sostanzialmente regalato al suo pubblico ciò che gli americani davano per scontato: storie di persone che che lavorano e vivono in un Paese che rivendica un momento storico. Attualmente, come detto, la Cina è impegnata a completare il puzzle con l'ultimo tassello: spedire questi film all’estero. E con loro i valori e la visione che incarnano.

Facendo pressione su Hollywood e sulla propria industria dell’intrattenimento, la Cina potrebbe insomma sostituire presto l’industria cinematografica

americana come principale narratrice del XXI secolo. Ricordiamo, nel frattempo, che le tensioni geopolitiche tra Washington e Pechino hanno spinto quest'ultima a limitare la distribuzione dei film Usa in patria.

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