"Nessun omosessuale...". La predica choc nella moschea di Gerusalemme

Cancellare i gay dalla Palestina perché "attirano l'ira di Allah": questa la predica nella moschea di Gerusalemme. Ma in Occidente le comunità lgbt manifestano contro Israele

"Nessun omosessuale...". La predica choc nella moschea di Gerusalemme
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Il rinnovato conflitto tra Israele e Palestina ha portato nelle piazze di tutto il mondo centinaia di migliaia di persone pronte a sostenere il mondo arabo, senza avere contezza reale di ciò che questo comporta. L'attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele e le brutalità di quella follia assassina non vengono contemplate dai difensori della "resistenza" palestinese, che invocano la distruzione di Israele. Sono tempi bui per il mondo e per la cultura occidentale, che si sta dimostrando schiava delle sue contraddizioni. In piazza, con le bandiere palestinesi e intenti a scandire cori antisemiti ci sono i "buonisti", convinti in questo modo di mostrare tutta la loro capacità inclusiva per combattere l'islamofobia. Ci sono le comunità Queer, quelle Lgbtq, che sostengono "l'autodeterminazione" della Palestina ma non si rendono conto di sostenere chi vorrebbe la loro eliminazione. E non si tratta solo di Hamas, come dimostra la predica effettuata nella più grande moschea di Gerusalemme un anno fa, prima che scoppiasse il nuovo conflitto.

"Il popolo musulmano palestinese non accetterà che una sola persona omosessuale dichiari il suo abominio", dice il predicatore all'interno della moschea gremita di persone, sottolineando che non verrà permesso a nessuna persona omosessuale di entrare nelle terre palestinesi. Ma non solo, viene più volte ribadito nel corso della predica che non dev'essere permessa alcuna "modifica delle leggi della Sharia" e nemmeno che vengano promossi dalle istituzioni percorsi di studio "che vanno contro le leggi dell'Islam". La punizione per gli omosessuali in Palestina è nota da tempo, come denunciato dalle associazioni che vi operano. Chi è sospettato di essere omosessuale, infatti, viene ucciso e non ci sono proteste che tengano: questa è la legge di Allah. Decapitati, gettati dai palazzi o lapidati, gli appartenenti alla comunità omosessuale palestinese rischiano ogni giorno la vita in nome della Sharia. Eppure, la comunità Lgbtq occidentale scende nelle piazze in sostegno di questo regime.

"Con la presente dichiariamo che rifiutiamo e aborriamo tutte le manifestazioni di omosessualità e perversione. Allah ha tormentato e annientato il popolo di Sodoma per aver commesso questo crimine. Sottolineiamo il nostro rifiuto assoluto dell'esistenza di istituzioni che incoraggiano l'omosessualità e la promiscuità", dice ancora il predicatore davanti a migliaia di fedeli annuenti. La conclusione del sermone è agghiacciante e foriera del pensiero musulmano che si sta diffondendo in Europa: "Chiediamo che queste istituzioni vengano chiuse immediatamente. Tali fenomeni ostacolano la vittoria e attirano l’ira di Allah su tutti noi".

Davanti a tutto questo, per altro ben noto, ci si chiede perché vengano appoggiate tali aberrazioni dal mondo occidentale, perché certe parti politiche ritengano di dover sostenere ideologie che hanno l'obiettivo di distruggere la nostra cultura. Tutte domande a cui è impossibile dare risposte.

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