Lei si chiama Sara Vieira. Oggi ha 66 anni, ne aveva meno della metà quando iniziò a occuparsi della lavanderia del Paris Saint Germain. Per una vita ha raccolto, lavato, stirato e messo in ordine maglie, magliette, calzoncini, calzettoni... La società era la sua famiglia. I calciatori i suoi figli un po' cresciuti. Negli anni ha conosciuto Ronaldinho, Beckham, Djorkaeff, Ibrahimovic, e poi Mbappé, Messi e Neymar... Lei non ha mai fatto una piega: né nelle maglie né davanti a loro.
Loro scendevano in campo, lei rassettava nello spogliatoio.
Loro vincevano, e a volte perdevano, rendendo grande il Psg; lei accontentava le abitudini di ognuno, e a volte li rimproverava per il disordine, ed è diventata un'istituzione del club. Loro risplendevano di gloria, lei lavorava nell'ombra. Loro passavano, lei rimaneva.
Fino all'altro giorno, quando Madame Vieira è andata in pensione. E per festeggiarla, la squadra l'ha chiamata per una volta sul campo. Mercoledì sera le hanno chiesto di tirare il calcio d'inizio simbolico della partita fra Psg e Brest per la Coppa di Francia.
Ed essendo questa storia, in tempi tristissimi di riscritture femministe delle fiabe, l'aggiornamento sanamente maschilista di Biancaneve e i suoi undici campioni, tutto ciò non poteva che accadere al Parco dei Principi.E come hanno fatto scrivere i suoi principi sulla maglia originale della squadra che le hanno regalato, «Merci Sara».
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