Boomer, Gen X e Millennials: cosa significano e quali sono le differenze

Ogni generazione, a partire dal 1944, è stata chiamata con un nome diverso per inquadrarla e comprenderne le differenze in base ai cambiamenti storici. Ecco chi sono, cosa pensano e come si comportano i Boomer, la Generazione X, Y e i millennials.

Boomer, Gen X e Millennials: cosa significano e quali sono le differenze

Anche chi non ha particolare dimestichezza con i social network, avrà sentito sicuramente parlare di Boomer, Generazione X, Y o di Millennials, magari senza comprenderne bene il significato. Con queste locuzioni, vengono indicate le diverse generazioni a partire dai nati nel 1944 fino a quelli del 2015. Ognuna di loro, ha precise caratteristiche, dovute agli eventi storici vissuti, che hanno generato un comune sistema di valori, e una stessa visione del futuro nelle persone nate in quel periodo.

Si può trattare di qualcosa di sociale, culturale, economico, politico, tecnologico o ambientale, dall'impatto talmente forte, da riuscire a originare un nuovo pensiero, e un diverso approccio alle cose rispetto alle generazioni precedenti. Per questo, quando una generazione si forma, ha valori chiari e distintivi rispetto alle precedenti, tanto da essere usata spesso anche a scopi di marketing.

Come nascono questi termini

Tutte le persone nate dal 1944 al 2015 sono state suddivise e descritte in quattro generazioni, ad iniziare da Baby Boomer o Boomer che rappresentano la popolazione nata tra 1946 al 1964, durante il periodo del boom economico e dell’aumento demografico avvenuto in quegli anni. A questa segue la Generazione X (1965-1980), termine coniato dallo scrittore canadese Douglas Coupland nel suo romanzo d’esordio Generation X: Tales for an Accelerated Culture (in Italia con il nome Generazione X: Storie per una cultura accelerata).

Di seguito la Generazione Y o Millennials (1981-1996), il cui nome è dato dalla naturale successione alla Generazione Y. L’accezione Millennials, con cui allo stesso modo vengono chiamati, fu successivamente creata dagli storici Neil Howe, e William Strauss. I due crearono il termine nel 1989 quando l'imminente svolta del millennio, cominciò a caratterizzare in maniera importante la coscienza culturale di quegli anni. In ultimo la Generazione Z (1997-2012) chiamata inizialmente sempre da William Strauss e Neil Howe Homeland Generation, in seguito fu chiamata Generazione Z successione alfabetica della precedente Y.

Cosa vuol dire Boomer

Il termine nasce inizialmente dall’esplosione demografica avvenuta dopo la seconda guerra mondiale chiamata appunto baby boom. La crescita della popolazione con il conseguente aumento dei beni di consumo, crearono decenni di benessere a livello mondiale, che in Italia venne identificato come il periodo del “miracolo economico italiano”. Si tratta della generazione delle rivoluzioni culturali, dell’ottimismo del dopoguerra, dell’assassinio di Kennedy e Martin Luther King, della guerra fredda e quella del Vietnam, delle lotte per i diritti civili, del movimento hippie, della rivoluzione sessuale, del pacifismo, del femminismo e del rock. Solo nel nostro Paese si parla di circa 14 milioni di persone inquadrate come sensibili ai temi dell’educazione, e consumatori che spendono quanto più necessario per garantire un futuro ai figli. Per questo sono considerati quella generazione che vissuta nel benessere, ha cresciuto i figli con il mito del “si può avere tutto quello che si vuole” non rendendosi conto dei cambiamenti mondiali che hanno negli gli anni, trasformato la certezza in precarietà. Ottimisti, fiduciosi, ambiziosi e idealisti, sono cresciuti in un'epoca di protesta sociale, ma credono nel sistema e soprattutto nelle opportunità offerte.

Questa è la generazione che consuma maggiormente i media tradizionali, come televisione, radio, riviste e giornali. Nati ai tempi del sistema analogico, non hanno un rapporto fluido con il digitale, ma gli smartphone hanno offerto loro l'accesso alla rete. Nonostante questo sono molto interessati ai social network, anche se sono quelli più presi di mira dalla Generazione Z. Si stima che il 75% sia su Facebook. C’è però da fare un distinguo. Il significato di boomer nel linguaggio social non è sempre legato all’età, ma viene considerato più uno stato d’animo. Da qui la nascita dell’espressione “Ok Boomer”, termine usato per la prima volta nel 2009, dalla deputata neozelandese Chlöe Swarbrick, che mise a tacere un altro deputato che la stava interrompendo durante il suo discorso.

Da quel momento la frase ha goduto di una popolarità crescente in rete e sui social network, come Twitter e TikTok, con meme e tormentoni. Una sorta di presa in giro per quegli adulti con una spiccata chiusura alle questioni di identità sessuale, e orientamenti diversi da uomo-donna, etero-gay.

Come si chiamano i nati negli anni '70

Tutti quelli nati tra il 1965 e il 1980 vengono definiti come Generazione X, termine che fu coniato dallo scrittore canadese Douglas Coupland nel suo romanzo d’esordio Generation X: Tales for an Accelerated Culture (Generazione X: Storie per una cultura accelerata) che ha di fatto dato il nome a quella fascia generazionale vissuta tra la fine degli anni ottanta e gli anni novanta. Cresciuti sull’esempio della generazione precedente, si sono trovati nel mezzo di un passaggio epocale: la globalizzazione. Non ancora così cosmopoliti come le generazioni successive, hanno dovuto affrontare sfide a cui non erano del tutto preparati.

Al contrario della precedente, questa è formata da una popolazione cresciuta in piena recessione. Sono coloro che hanno visto la caduta del muro di Berlino, il collasso dell'Unione Sovietica, la consacrazione degli Stati Uniti d'America come unica superpotenza mondiale, e soprattutto l'avvento di Internet. Sono quindi i primi ad avere accesso alle nuove tecnologie. Scettici e disillusi, ma anche pragmatici e aperti al cambiamento. Dimostrano un’apertura mentale maggiore verso le “differenze” di genere, razza, sesso. A fronte di questa evoluzione di pensiero, la diminuzione demografica, l’incertezza dovuta alla situazione economica, fanno di questa una generazione definita, un po’ fantasma (da qui la X), caratterizzata dallo sconvolgimento dei vari step di vita. Studio, lavoro matrimonio, figli, vengono ritardati per la difficoltà di trovare lavoro e una sorta di incertezza sul futuro che li porta ad uscire dalla famiglia o a sposardi oltre i 30 anni. da qui il termine “bamboccioni”.

Come si chiamano i ragazzi nati nel 2000

Si tratta della Generazione Z (ma vengono chiamati anche come Zoomer, Post-millennials, iGeneration, Homeland Generation, True Gen) ed identifica i nati tra la fine degli anni ’90 fino al 2012, figli della Generazione X e degli ultimi baby boomer. Il primo nome, Homeland Generation, venne coniato dai due storici William Strauss e Neil Howe, per definire la generazione nata e cresciuta all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle, dell’11 settembre 2001. Allora si credeva che i giovani cresciuti in un clima di terrore, sarebbero stati meno propensi a scoprire il mondo, e avrebbero trovato la casa un luogo più sicuro dove vivere. In seguito, si è cercato di dare un termine più adatto che li distinguesse dai precedenti, e si optò per “Generazione Z” o “Gen Z”, semplicemente come conseguente alla Generazione Y.

La gen Z è stata definita anche iGeneration (termine coniato dalla professoressa di psicologia Jean Twinge), per sottolineare il rapporto con il mondo hi tech e la loro attitudine all’iperconnessione e alle ultime novità tecnologiche. Nata in un mondo minacciato dal cambiamento climatico, dalla cronica mancanza di lavoro e di prospettive, la Generazione Z ha uno sguardo limpido e una resilienza sconosciuta alle generazioni precedenti. Affamati di imprenditorialità, perseguono la creazione del proprio impatto nella società e nel mondo degli affari. Definiti “multi tasking”, sanno alternare lavoro, studio intrattenimento tra mille difficoltà, perché costretti a muoversi in un mondo che avanza velocemente. Sono cittadini e consumatori più attenti, consapevoli ed esigenti. Rispetto alla precedente generazioni sono maggiormente preoccupati e coinvolti in questioni sociali, come l’azzeramento delle diseguaglianze, i diritti umani, il benessere degli animali.

Cosa dice l’Accademia della Crusca

La parola Boomer viene definita dall’Accademia della Crusca come un “Appellativo ironico e dispregiativo, attribuito a persona che mostri atteggiamenti o modi di pensare ritenuti ormai superati dalle nuove generazioni". Comincia a distinguersi nella nostra lingua tra la metà degli anni '90 e i primi 2000, quando sporadiamente si incontrano in testi di sociologia e demografia e in articoli che approfondiscono l’attualità politica-sociale degli Stati Uniti.

Nel primo quindicennio del 2000 si assiste a un discreto incremento dell’uso della forma L’effettivo ingresso di boomer nella lingua corrente si ha però solo tra il 2019 e il 2020, quando il termine comincia a diffondersi nell’uso dei più giovani, soprattutto in rete e nei social media, per indicare in senso ironico e spesso spregiativo non solo gli appartenenti alla generazione del “baby boom”, ma più in generale qualsiasi persona più anziana che dimostri atteggiamenti e modi di pensare ormai superati (specialmente dal punto di vista politico, sociale e tecnologico).

La forma viene impiegata soprattutto all’interno dell’espressione “ok, boomer”, un meme nato negli Stati Uniti e poi diffuso in maniera virale in diversi paesi del mondo attraverso la rete e social network come Twitter e TikTok, dove ricorre come risposta sarcastica alle critiche e alle osservazioni paternalistiche delle persone più anziane.

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