Tutti contro Bieber, la star cristiana

L'artista ha da tempo sposato uno stile di vita austero e su instagram ha ammesso i propri errori. Ma il politicamente corretto progressista non lo perdona

Tutti contro Bieber, la star cristiana

Justin Bieber è soltanto l'ultimo di una lunghissima lista di star del mondo della musica pop convertiti al Cristianesimo - o ad altre fedi - dopo anni di eccessi di ogni tipo. Dall'abuso di droghe e alcol a una vita austera, all'insegna della preghiera. Nell'autunno del 1957, Richard Wayne Penniman, conosciuto da tutti con il nome d'arte di Little Richard, cantante a dir poco esuberante ed eccentrico di quel periodo e autore della hit Tutti Frutti, manifesta la sua vocazione ecclesiastica ed entra in seminario. Ne esce quattro anni dopo come Ministro della Chiesa Avventista del Settimo giorno. Senza dimenticare Bob Dylan, che nel 1978 si lascia convincere dall’attrice Mery Alice Artes, all’epoca sua fidanzata, e da Helena Springs, una sua corista, ad entrare nella Vineyard Fellowship, una chiesa evangelica fondata dal reverendo Ken Gulliksen. Un periodo per il menestrello che all'epoca viene definito a dir poco "controverso". Il perché lo spiega Steve Turner: "Niente garantisce più disprezzo nei circoli rock‘n’roll che abbracciare la fede in Cristo. Voglio dire, paghiamo questi ragazzi per visitare l’inferno e riportarci le diapositive a colori, e qui vanno a scivolare in cielo. È una grave violazione del contratto".

Senza scomodare paragoni artistici che sarebbero impietosi nei confronti di Justin Bieber, rispetto ai nomi appena citati, il cantante-attore canadese diventato famoso all'età di appena 13 anni, ha deciso di mollare gli eccessi e i cliché tipici dello star system e le tentazioni della vita on the road, diventando un fervente cristiano. In un lungo post su Instagram, la star ha ammesso i propri errori e ha parlato a cuore aperto, raccontando la sua rinascita: "Ho iniziato a far uso di droghe piuttosto pesanti a 19 anni e ho abusato di tutte le mie relazioni. Ero pieno di rabbia, irrispettoso verso le donne. Mi allontanavo da tutti coloro che mi amavano e mi nascondevo dietro la persona che era diventato".

Questo ha portato Bieber a passare "da essere una delle persone più amate al mondo a una delle più ridicolizzate e odiate. Alti e bassi non facili da digerire, mi ci sono voluti parecchi anni per riprendermi". Poi, grazie alla fede e all'amore (ha sposato l'anno scorso Hailey Baldwin), tutto è cambiato: "Dio mi ha benedetto circondandomi di persone straordinarie e ora sto attraversando il periodo migliore della mia vita, il matrimonio. Una nuova responsabilità dalla quale sto imparando la pazienza, la fiducia, l’impegno, la gentilezza e l’umiltà. La morale? Anche quando le probabilità sono contro di te, continua a combattere". Come riporta Vanity Fair, da anni Justin Bieber ripete che Gesù è "la più grande medicina" e la sua "ancora contro la solitudine". Nel 2010 ha svelato che prega prima di ogni concerto, nel 2015 ha addirittura dichiarato: "Non sono come Gesù, ma vorrei poter essere come lui ogni giorno: era una persona straordinaria che aiutava la gente e la amava". Prima dell’uscita di Purpose si è fatto tatuare una croce vicino all’occhio e altre croci le ha disseminate sulla copertina di quel disco, in cui raccontava la sua rinascita artistica dopo un periodo di crisi.

Il politicamente corretto, il vangelo laico dei progressisti, non perdona la "svolta" del cantante. Sul web e sui social media, infatti, insieme a tanti apprezzamenti, Bieber in questi mesi in cui ha rimarcato l'importanza della fede per la sua rinascita personale e l'uscita da un periodo molto difficile, è stato letteralmente sommerso da insulti di ogni tipo. Deriso per la sua "conversione" e attaccato duramente anche quando ha spiegato che con Hailey Baldwin si sono mantenuti casti nei tre mesi precedenti il matrimonio civile celebrato lo scorso anno. La castità, certo, forse non è così cool come il politicamente corretto richiede. "Non abbiamo fatto sesso fino alle nozze. La castità è stata una delle migliori decisioni che abbiamo mai preso" ha raccontato la star.

Dopotutto, se c'è un mondo stereotipato e dove regna l'ipocrisia, è quello della musica pop, anticlericale per cultura e progressista per definizione.

E tutti quelli che hanno osato sfidare i soliti cliché liberal dichiarandosi cristiani convinti sono stati bollati come conservatori, reazionari, e Justin Bieber, nella sua nuova veste di "predicatore", non fa certo eccezione. Se un domani osasse poi dichiararsi non di sinistra, la sua carriera sarebbe sostanzialmente gravemente compromessa.

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