In Grecia e a Roma si faceva uso e abuso di profumi e unguenti. Uomini e donne, ghiotti di ricalcare i costumi orientali, sollecitavano la protesta dei filosofi e di quei moralisti in servizio permanente effettivo che ostentavano maschie ruvidezze e disprezzavano il diffondersi di mollezze levantine. Tutto diverso e perlopiù scientifico è invece lapproccio del pupillo e successore di Aristotele, Teofrasto, autore del trattato I profumi, grazie al quale si curiosa nel retrobottega dei maestri profumieri del IV secolo a.C.; un testo ingiustamente maltrattato dalloblio, da cui ora lo riscatta leditore La Vita Felice (pagg. 170, euro 10,50, trad. Francesca Focaroli).
E per tentare di capire anche la valenza culturale dei profumi nella Grecia antica, densa di contraddizioni tra il loro uso «positivo» nei sacrifici agli dei e la loro funzione nella sfera erotica, apportatrice di «disordine», giunge in aiuto un saggio di Marcel Detienne, I Giardini di Adone. La mitologia dei profumi e degli aromi in Grecia (Raffaello Cortina, pagg. 278, euro 23, trad. L. Berrini Pajetta e A. Ghilardotti). Lo storico e antropologo belga parte dallo smontaggio della tesi di James Frazer secondo cui Adone è un dio della vegetazione legato alla cerealicoltura: un doppione di Demetra.
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