Meno 23 al Pistorius action. Tanti sono infatti i giorni che separano il campione sudafricano dal processo che lo vedrà alla sbarra per l'omicidio volontario della fidanzata Reeva Steenkamp. Action significa processo, ma è anche la parolina magica con cui sui set cinematografici si dà il ciak alle riprese. Action! E quello che si annuncia per Pistorius sembra davvero una causa legale destinata a trasformarsi in uno cult movie hollywoodiano. La Holding Pistorius ha già posto le base per monetizzare alla grande lo show giudiziario. In assenza, al momento, di una pellicola in grado di sbancare il box office, i soldi provengono da altre tipologie di business: libri, cd, pubblicità, ospitate in tv, ecc. Insomma, il solito effetto-domino che trasforma un accusato Vip in una gallina dalle uova d'oro.
La Stampa del 28 aprile riporta quanto segue: «Già pubblicato un instant-ebook sulla notte dell'omicidio, altri tre libri in produzione. Hollywood ha due copioni pronti, con i ruoli di Reeva e Oscar preassegnati alla sudafricana Charlize Theron e al tuttofare Ryan Gosling. E poi ci sono i fan che twittano disperatamente a difesa dell'eroe-killer. Attualmente una foto di Oscar Pistorius può arrivare a costare fino a 40 mila euro. Questo è l'ammontare offerto da una delle principali testate giornalistiche internazionali agli agenti di polizia, che, per primi, entrarono nella casa del delitto e scattarono alcune immagini con i loro smartphone». Era il 14 febbraio scorso. Il giorno stesso Oscar Pistorius fu fermato e tenuto in cella di sicurezza per 7 giorni. Il 22 febbraio il giudice Desmond Nair gli concesse la libertà su cauzione sostenendo che le prove contro Pistorius erano «tutte indiziarie». E così all'atleta paralimpico bastò sborsare un milione di rand sudafricani (l'equivalente di 85 mila euro) per ritrovarsi libero su cauzione. Per qualche giorno Pistorius, memore della settimana trascorsa in cella, mantenne un basso profilo. Ma a marzo il suo prestigioso (e costosissimo) staff legale bussa nuovamente alla porta del giudice. E incamera un altro successo: all'imputato viene concessa la libertà di viaggiare all'estero. Il giudice Bert Bam è di manica larga: «Pistorius è un professionista dello sport, gli deve quindi essere concessa la possibilità di gareggiare in ogni parte del mondo»; non solo: «potrà anche ritornare nella sua casa di Pretoria», la stessa dove aveva ucciso Reeva nelle prime ore della mattina del 14 febbraio, scambiandola - sostiene lui - per un «intruso».
Ma da allora quante volte Pistorius ha utilizzato la sua libertà su cauzione per andare a gareggiare all'estero? Neppure una. In compenso pare sia sua abitudine uscire con gli amici e andare in locali alla moda di Johannesburg, dove è stato visto «sorridente e rilassato» mentre «beveva cocktail e palpeggiava con una bella ragazza». Così almeno l'ha raccontata il giornale sudafricano Sunday Times che ha tampinato Pistorius a un party in un noto ristorante della città. Il resoconto della serata non è dei più edificanti: «Molti invitati si sono meravigliati degli atteggiamenti disinvolti di Pistorius. Beveva cocktail e si dava delle arie. Non sembrava proprio uno che, appena due mesi prima, aveva perso l'amore della sua vita».
La portavoce dell'atleta, Anneliese Burgess, ha smentito qualsiasi «atteggiamento inappropriato»: La signora Buegess la butta sul melodrammatico: «Non c'è un giorno in cui Oscar non pianga la sua fidanzata. La famiglia di Reeva e tutti quelli che le erano vicini sono sempre nei suoi pensieri». E i «cocktail» e i «palpeggiameni»? Miss Burgess si indigna: «Era solo un tentativo di riallacciare i rapporti con gli amici suoi e di Reeva. È deplorevole che questo episodio venga gonfiato a dismisura per motivi sensazionalistici».
Pistorius, che respinge l'accusa di omicidio premeditato sostenendo la tesi dell'incidente (e cioè di aver sparato a Reeva scambiandola per un ladro, la notte di San Valentino) dovrà comparire al cospetto del giudice martedì 4 giugno. Ad attenderlo, davanti al tribunale, le telecamere di mezzo mondo. Tutto è pronto per il gran «ciak, si gira». Action!
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