Uno degli 007 inglesi più importanti della Seconda Guerra mondiale fu un ebreo italiano nato a Genova nel 1902 che «salvò» Malta dai nazifascisti e che «fece vincere» Montgomery ad El-Alamein. La sua storia - basata su una ricerca approfondita compiuta negli archivi inglesi - ora è raccontata per la prima volta non da un fantasista qualunque, ma da uno dei maggiori storici dei servizi segreti britannici. L'autore si chiama Rupert Allason, ex deputato conservatore, il quale firma i suoi libri con lo pseudonimo Nigel West. Il libro, Double Cross in Cairo , è stato pubblicato l'11 gennaio scorso a Londra dall'editore Biteback.
Il James Bond ebreo del Mediterraneo, protagonista del libro, si chiamava Renato Levi, era figlio di un padre inglese e di un'attrice italiana, Dolores Domenici, la quale era la proprietaria dell'Hotel Select a Genova e dell'Hotel Miramare a Rapallo. Levi, educato in Svizzera, aveva un passaporto inglese grazie al padre, ed era anche un gran donnaiolo e un bon vivant .
Scoppiata la Guerra, nel 1939 fu assunto in Italia come spia dai tedeschi, ma subito dopo si presentò ai servizi segreti inglesi tramite il Consolato inglese a Genova, rivelando tutto. Così, diventò un double-agent , cioè: faceva finta di spiare per conto dei tedeschi quando in realtà spiava per gli inglesi. I tedeschi gli avevano dato il nome in codice «Roberto», gli inglesi invece lo chiamavano «Cheese» (formaggio), ovvero l'esca tradizionale usata per catturare i topi. Fu spedito prima a Parigi dai tedeschi, fino alla sconfitta della Francia nel maggio 1940, e quando tornò in Italia cominciò a lavorare anche per i servizi segreti italiani.
Nel febbraio 1941 i tedeschi lo mandarono dall'Italia in Egitto, al Cairo, dove si mise presto in contatto con i servizi segreti inglesi che decisero di sfruttarlo per creare una finta rete di spie allo scopo di ingannare i tedeschi e gli italiani. Si trattava, fra l'altro, di inventare un radio operator inesistente, chiamato Paul Nicosoff e una sua amante cretese, inesistente pure lei, nome in codice «Blonde Girl Moll». Nicosoff suona come «Knickers off», vale a dire: «cavati le knickers», cioè le mutande.
L'ufficiale dei servizi inglesi al Cairo che gestiva Levi e che aveva inventato questa finta rete di spie si chiamava Evan Simpson, prima della guerra lavorava come giornalista per il famoso settimanale inglese The Spectator ed era anche autore di alcuni romanzi. In un rapporto ai suoi superiori, Simpson scrisse a proposito di Levi: «È un bugiardo nato e capace di inventare qualsiasi storia falsa all'improvviso per evitare guai. Ama l'avventura e adora le donne. Questo lavoro gli dà la possibilità di viaggiare e di avere in tasca somme enormi di denaro che altrimenti non avrebbe mai».
Nella primavera del 1941, gli inglesi rimandarono Levi dal Cairo in Italia, dove però fu arrestato dagli italiani non perché ebreo, e neppure per le sue attività di double agent , bensì per le sue attività di contrabbando. Così fu incarcerato prima alle Isole Tremiti, e poi a San Severo, in Puglia, fino alla caduta di Mussolini, avvenuta nel luglio del 1943. Nel frattempo, però, la sua finta rete di spie era rimasta in piedi e né i tedeschi, né gli italiani si resero mai conto di nulla. Così, la rete di «Cheese» mandò all'Abwehr, il servizio d' intelligence militare tedesco, quasi 500 messaggi in codice - un record assoluto, per un double agent inglese - e secondo i tedeschi la rete «Cheese» fu la loro principale fonte di notizie in tutto il Medio Oriente.
L'attività principale della rete «Cheese» era l'inganno. In particolare, esagerava alla grande sui numeri delle forze britanniche presenti nel Nord Africa. «Grazie alla rete Cheese nel luglio del 1942, ad esempio, l'Asse credeva nell'esistenza di 14 divisioni britanniche immaginarie», scrive West. «L'Asse accettò tutte queste notizie come completamente attendibili. \ Di conseguenza, Rommel rimandò il suo assalto contro le forze britanniche nel Nord Africa fino alla fine di agosto 1942, quando ormai Montgomery aveva accumulato le forze necessarie per sconfiggerlo».
La rete «Cheese» - che diventò sempre più vasta, anche se di fatto inesistente - aveva anche persuaso i nazifascisti, nella stessa estate del 1942, ai primi di agosto, che un attacco britannico all'isola di Creta fosse imminente. Dopodiché gli italiani trasferirono gran parte della loro flotta da Malta a Creta il che consentì a un massiccio convoglio di navi inglesi di raggiungere Malta. Il convoglio, soprannominato Pedestal, consisteva in una trentina di navi della «Royal Navy» (fra queste c'erano anche quattro portaerei), che faceva scorta a una flotta di navi mercantili carica di petrolio, armi e alimentari.
L'operazione di depistaggio riuscì, e così Malta - e tutto il mondo libero - era salva. Ma a un costo altissimo: una ventina di navi inglesi furono distrutte (compresa una portaerei) e si contarono 400 morti. Chi controllava Malta, però, controllava tutta l'Africa del Nord, e anche l'Europa. Se ne rese ben conto Mussolini, a differenza di Hitler, ormai ossessionato com'era dalla Russia sovietica. La mancata conquista di Malta da parte dai nazifascisti fu un errore fatale per le sorti dell'Asse.
Allo stesso tempo Rommel, e per lo stesso motivo - cioè per paura di un'invasione nemica di Creta -, aveva deciso di lasciare gran parte delle sue truppe sull'isola greca, invece di portarle in Africa. Era stato ingannato pure lui dai messaggi radiofonici in codice spediti da «Cheese» all'Abwehr. Per lo stesso motivo, convinto dell'esistenza di tante divisioni di soldati inglesi in più in Egitto, rimandava la sua offensiva contro l'Ottava Armata britannica.
E così, con sempre meno benzina, grazie al controllo alleato del Canale di Sicilia tramite Malta, e con mezzi ridotti il destino di Rommel fu segnato. Quando attaccò finalmente gli inglesi alla fine di agosto 1942, loro nel frattempo si erano davvero rinforzati.
Renato Levi, il quale aveva sposato un'australiana e aveva gestito la fabbrica di barche della sua famiglia a Bombay, in India, morì nel 1954, all'età di 52 anni, e il suo ruolo chiave nella Seconda guerra mondiale rimase
ignoto. Evan Simpson, il giornalista-romanziere che gestiva la rete «Cheese» dal Cairo mentre Levi fu incarcerato in Italia, si era suicidato nel 1953, sparandosi in faccia con una doppietta. Lui pure morto nell'oblio totale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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