Far pace con i buoni sentimenti

Saranno le donne le future portatrici di pace? Nel suo nuovo romanzo David Grossman sceglie di parlare attraverso una voce femminile. È la storia di una madre che con un gesto disperato fugge dai militari che le annunciano la morte del figlio. Un libro che Grossman aveva iniziato prima della morte di suo figlio Uri nella guerra in Libano contro Hezbollah (A un cerbiatto somiglia il mio amore, trad. Alessandra Shomroni, prezzo e pagine da definire). Ma il romanzo non indugia nell’autocommiserazione: lo scrittore ci consegna ancora una volta una riflessione lucida sulla colpa e sulla distruttività umana. Ma anche sui sentimenti.
E ancora riflessioni ne Il rapporto di Philippe Claudel (Ponte alle Grazie, pagg. 288, euro 15, trad. Francesco Bruno): Brodeck, un sopravvissuto, torna al villaggio provato dall’occupazione nazista, dove gli abitanti lo marchiano come l’Anderer, l’Altro (anche se la parola ebreo non appare mai...). È l’inizio di una convivenza difficile, l’origine di un crimine collettivo, che rende indispensabile una ricostruzione dei fatti. Brodeck è l’unico che può farlo. Anche se scavare vuol dire scoprire che nessuno è innocente.
Rifugio, infine, è il romanzo di Sami Michael, nato a Bagdad nel 1926, candidato al Nobel per la Letteratura, uno dei pochissimi scrittori israeliani a essere pubblicato anche nei Paesi arabi (La Giuntina, pagg. 350, euro 17, trad. Dalia Padoa). Uscito in Israele negli anni ’70, il libro viene pubblicato per la prima volta in Italia.

È ambientato durante la guerra del Kippur: ebrei e arabi, israeliani e palestinesi, sono alle prese con la realtà mediorientale. Tra dolori, commozioni, contraddizioni e ragioni degli uni e degli altri...m.gersony@gmail.com

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