Tra ponti, strade, piazze e scuole Giacomo Matteotti è il politico del '900 più citato nella toponomastica italiana, con circa tremila intitolazioni. Eppure pochi politici sono così tanto celebrati e, al contempo, poco conosciuti. Com'è possibile? Perché, dopo il delitto, la figura del politico socialista è entrata a far parte del "mito", con tutto il resto (ciò che aveva fatto, detto e pensato) che è finito in secondo piano. Ha giocato a sfavore anche la rimozione del socialismo riformista dallo scenario politico-culturale del Paese, nonostante gli sforzi di alcune esigue minoranze. Dopo la caduta del fascismo e il ritorno alla libertà l'Italia ha ricordato Matteotti, com'era doveroso, ma l'attenzione è stata sempre (e solo) sul delitto: allo sfortunato deputato socialista sono stati dedicati film, documentari, centinaia di libri e spettacoli teatrali. Ma nulla o quasi sul suo pensiero, che pure è stato di notevole spessore. Così Matteotti è finito nell'oblio, salvo che per la sua tragica fine. Basti pensare che il primo convegno dedicato alle idee del politico di Fratta Polesine fu organizzato negli Stati Uniti alla fine degli anni Sessanta, per iniziativa di alcuni sindacati di lavoratori italo-americani. E si deve a Pertini (quando presiedette la Camera dei deputati, tra il 1968 e il 1976) la decisione di raccogliere i suoi discorsi parlamentari, sia pure con grandissimo ritardo.
A novanta anni dalla morte la Fondazione Anna Kuliscioff ha voluto ricordare, con una bella mostra storico-documentaria, l'attualità del pensiero di un uomo che è stato protagonista non solo della lotta antifascista ma anche di tante battaglie politiche e sociali, dando un contributo importante alla formazione degli amministratori, occupandosi dei lavoratori, delle leghe contadine e della diffusione delle esperienze cooperative.
Di particolare importanza anche il suo contributo in materia giuridic,a su temi come la criminologia, i sistemi penitenziari e il diritto penale. Luigi Einaudi affermò che l'abito scientifico di Matteotti era quasi "una seconda natura". La rielaborazione della sua tesi di laurea (La recidiva) lasciò il segno nella storia del diritto. Nella poliedrica produzione politico-culturale di Matteotti spicca l'esaltazione della buona amministrazione dei comuni come arma per il welfare, con una grandissima attenzione (all'epoca da tutti non compresa) per il rigore dei conti.
La mostra "1924-2014: attualità di Giacomo Matteotti" è suddivisa in tre grandi sezioni: monografie e opuscoli, giornali e riviste, documenti d'archivio. Si può visitare dal 5 al 28 giugno 2014 alla biblioteca Sormani di Milano (via Francesco Sforza 7).
La pubblicazione di alcuni libri arricchisce il ricordo dello statista: "Giacomo Matteotti – Raccolta di articoli" e "Scalarini per Matteotti" (raccolta di disegni). Molto interessante anche la tavola rotonda sull'attualità del pensiero politico di Matteotti (19 giugno, ore 17, biblioteca Sormani), con l'intervento del professor Stefano Caretti (Università di Siena), professor Mauro Canali (Università di Camerino), professor Ivano Granata (Università di Milano), professor Maurizio Punzo (Università di Milano). A moderare sarà l'ex sindaco di Milano Carlo Tognoli (Fondazione Kuliscioff).
In tale occasione Carlo Nordio, procuratore aggiunto della Repubblica a Venezia presenterà il volume "I processi Matteotti", pubblicato dalla Fondazione Anna Kuliscioff, di cui ha curato l’introduzione.
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