Edito da Longanesi, I dodici segreti è il romanzo di Robert Gold in cui alla trama più prettamente mistery si aggiungono riflessioni che vanno dal true crime all'etica giornalistica, grazie alla costruzione di personaggi che in qualche modo rappresentano il volto tumefatto di un'umanità sempre più portata a spiare dentro l'oscurità.
I dodici segreti, la trama
Ben Harper è un giornalista d'inchiesta che è riuscito a farsi un nome nel mondo dei media britannici. Il suo nome è tra i più famosi del campo e i suoi reportage sono tra i più seguiti in tutto il Regno Unito. Quello che Ben non si aspetta, però, è di vedersi assegnato un caso che lo tocca troppo da vicino e che va a scavare dentro ferite mai davvero rimarginate. Ben aveva infatti solo otto anni quando assistette impotente all'omicidio di Nick, il fratello quattordicenne, e del suo migliore amico per mano di due ragazze del luogo. Una tragedia a cielo aperto che ha influenzato la vita di Ben e ha distrutto quella di sua madre, che dieci anni dopo l'assassinio si toglie la vita. A distanza di vent'anni dalla perdita di Nick, Ben si trova invischiato in un reportage che lo porta a indagare di nuovo su tutto ciò che ha rischiato di distruggere la sua vita e man mano che la sua inchiesta avanza molti sono i segrei che vengono a galla, mentre la tranquilla cittadina di Haddley, un sobborgo di Londra, si trasforma in un teatro di violenza e bugie.
Le due facce del true crime
Era il 1966 quando Truman Capote diede alle stampe il suo capolavoro A sangue freddo, coniando quello che poi sarebbe diventato noto come il non-fiction novel , un genere a se stante in cui viene raccontata una storia vera attraverso gli strumenti e gli stilemi del romanzo di finzione. In questo senso, dunque, si potrebbe ricercare proprio in Capote il pater di quel true crime che oggi sembra andare sempre più per la maggiore. Il pubblico, soprattutto negli ultimi anni, sembra aver scoperto un nuovo legame d'attrazione con i prodotti di intrattenimento incentrati su vere storie di cronaca nera che vengono in qualche modo trasformate in narrazioni di cui fruire. Si è dunque assistito a un proliferare di prodotti incentrati proprio su questo argomento, sul male ramificato e nascosto nella quotidianità, che diventa in qualche modo racconto, esperienza di condivisione: basti pensare a serie come la recentissima Dahmer, a libri come L'avversario di Emmanuele Carrère o ai tantissimi podcast come Veleno o Bouquet of madness.
Ben Harper, il protagonista di I dodici segreti, è un professionista che si muove proprio sul filo del racconto e dell'inchiesta, come se fosse diviso tra due realtà. Come giornalista gli viene richiesto di raccontare i fatti, ma le sue narrazioni non possono fare a meno del suo punto di vista, della sua voce e dell'emotività che mette nel raccontare pagine oscure della vita intorno a lui. Il lettore si trova dunque a subire sin dalle prime pagine la fascinazione di questo tipo di giornalismo d'inchiesta, ma nel suo romanzo Robert Gold sembra voler insinuare anche una riflessione più sottile. Che cosa succede quando chi racconta il true crime smette di essere voce narrante e ne diventa invece il protagonista? Come si può raccontare qualcosa di tanto terribile sapendo che dall'altra parte c'è qualcuno che ha subito davvero quella tragedia? Dove finisce il diritto di raccontare e inizia il dovere di rimanere in un rispettoso silenzio? Ben incarna in sé questi due volti del giornalismo d'inchiesta e mentre scava alla ricerca della verità affronta anche la deontologia del giornalismo, un argomento che al giorno d'oggi sembra essere demodé, con tutte le fake news e i tagli al mondo dell'informazione.
Robert Gold, con I dodici segreti, riesce a raccontare queste due realtà e lo fa con uno stile estremamente scorrevole e lineare, che non si lancia in chissà quale propopopea e si "accontenta" di fare il suo mestiere: intrattenere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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