Occorre fare attenzione alla scherma. Sport pericolosissimo. Protetto dalla maschera puoi fare, e dire, qualsiasi cosa. Figurati quando la togli.
E così ieri, alla festa per i 70 anni delle Fiamme Oro, Elisa Di Francisca e Valentina Vezzali, primedonne anche nell'avere l'ultima parola, hanno incrociato battute e veleni. Cos'è successo? Per mettere fine una volta per tutte alle polemiche tra le due, a lungo compagne di squadra e nemiche di ego, Elisa ha provato a «mandare un messaggio di pace a Valentina»; e Valentina ha risposto a Elisa che «a livello sportivo ti rispetto, ma a livello umano non sei il massimo». «Guarda che non volevo invitarti a cena...». «Figurati, mi è passata la fame».
L'eleganza in punta di fioretto.
Ora. Non vogliamo intrometterci in un simile duello fra antipatiche. Meno che meno dare ragione a una o all'altra. Anche per non finire sul terreno politico. La Vezzali è stata con Monti, con Draghi e in Forza Italia. Della Di Francisca invece non si ricordano particolari prese di posizione. Quindi di sicuro è di sinistra.
Alle Olimpiadi di Rio, peraltro, non sventolò la bandiera italiana, ma quella europea.
Ma non è questo l'importante.
L'importante è che Elisa e Valentina ieri hanno dimostrato, spazzando via retorica e ipocrisie, che il
desiderio della sfida non muore mai. Sono campionesse perché, anche nella vita, non rinunciano a colpire l'avversario.E la scherma ha questo di bello. Che, a differenza della guerra, si vince senza uccidere. Basta una stoccata.
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