"L'utero in affitto riduce in schiavitù le donne. Renderlo reato universale era necessario"

Il presidente dei medici cattolici Stefano Ojetti: "Non si può considerare il desiderio di avere figli come un diritto. È un problema morale"

"L'utero in affitto riduce in schiavitù le donne. Renderlo reato universale era necessario"
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Stefano Ojetti è da poche settimane il Presidente dell'Associazione medici cattolici. Ha una lunga esperienza di battaglie, per la medicina e per l'etica. Nel 2006 si dimise dall'ordine dei medici di Ascoli Piceno per protesta contro l'eutanasia di Piergiorgio Welby.

Professore, la GPA (cioè l'utero in affitto) è reato universale. Giusto così?

«Credo che questa legge non solo sia giusta ma anche necessaria. La GPA era già un reato ordinario. Diceva la legge: Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600mila a un milione di euro. La legge non lasciava spazio ad interpretazioni, vietando ogni forma di surrogazione di maternità. Però era disattesa, con i viaggi all'estero. Da qui il bisogno di una nuova legge che contrassegnasse questa pratica come reato universale».

Quale è il collegamento tra etica cristiana e rifiuto della Gpa?

«Più che di etica cristiana parlerei di etica in senso lato».

Il desiderio di diventare genitori non è di per sé un diritto?

«Non si può confondere il desiderio, seppur legittimo, con il diritto ad avere un figlio. La nostra Costituzione, all'Art. 29, riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, ma nemmeno accenna al presunto diritto ad avere un figlio».

La quasi totalità delle donne che cedono il proprio utero lo fanno perché sono povere. Non è una giustificazione?

«Direi proprio di no, l'utero in affitto rappresenta quanto di più triste ed avvilente per una donna, la quale, in alcuni casi, per sopravvivere, è costretta in una sorta di schiavitù, terribilmente umiliante per il genere femminile».

Ci sono agenzie che mettono a disposizione dei cataloghi per scegliere la madre giusta...

«Sì, purtroppo assistiamo a questo mercimonio. Si può decidere a proprio gradimento il sesso, l'altezza e i caratteri somatici. Così rientriamo nell'ordine di un mercato nel quale si può scegliere il miglior prodotto. Va da sé che questo non può essere eticamente accettabile».

Nove mesi nel grembo e poi l'abbandono. Ci sono conseguenze psicologiche per madre e bambino?

«Penso proprio di sì. Solitamente siamo portati a credere che il forte legame tra madre e figlio abbia solo a che vedere con una spinta istintuale della prima verso il secondo. Ora, però, la scienza ci racconta qualcosa di molto diverso. Ci spiega che all'origine di tale attaccamento vi è uno scambio cellulare bidirezionale di cellule dalla madre al feto (microchimerismo materno) e dal feto verso la madre (microchimerismo fetale). Tale scambio determina veri e propri mutamenti in diversi organi e, in particolare, nel cervello della gestante. Il feto inizia molto presto infatti ad inviare messaggi biologici alla sua mamma, addirittura a livello embrionale, e continua a farlo per tutto il corso della gravidanza».

Lei è favorevole a rendere più semplici le adozioni?

«Certamente sì, pur se in realtà si potrebbe correre il rischio di traffici illeciti di minori, ma indubbiamente si toglierebbero da situazioni di fragilità tante creature desiderose di affetto e di poter avere il calore di una famiglia».

Lei è favorevole o contrario all'adozione da parte di single o di coppie omosessuali?

«Nei figli, il processo di formazione dell'io personale, cioè il processo di strutturazione della coscienza di sé e della propria identità sessuale, trova l'ambiente ideale proprio nella famiglia, per la compresenza della figura paterna e materna. Perciò appare a dir poco difficilmente perseguibile nell'adozione da parte dei single e nella coppia omosessuale».

Una cosa è dire ai cattolici: «Non fatelo». Una cosa diversa è imporlo a tutti...

«Ma vede, le questioni che abbiamo sollevato non sono tali perché confessionali ma perché l'etica è, o dovrebbe essere, comune ad ogni persona».

Lei è favorevole a correggere la legge sull'aborto?

«Premesso che come medico ancorché prima che come cattolico sono contrario alla IVG, credo che questa legge nata 46 anni fa dove era opinione dei più che l'embrione fosse poco più che un grumo di sangue, sia obsoleta e vada rivista al fine di un miglioramento alla luce delle moderne conoscenze».

Una parte del

movimento femminista, forse la più agguerrita, è contraria all'utero in affitto. La stupisce questa circostanza?

«No non mi stupisce perché il vero movimento femminista ha sempre rispettato il corpo delle donna».

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