Le trattative per una tregua in Libano non fermano ancora il conflitto né i razzi di Hezbollah su Unifil, che ieri hanno colpito una base italiana, senza provocare feriti. Nel mirino è finito il quartiere generale del nostro contingente e del settore Ovest di Unifil, a Shama, nel sud del Paese dei Cedri. Secondo l'Onu i soldati della missione internazionale sono stati presi di mira tre volte ieri e 4 soldati ghanesi sono rimasti feriti a est del villaggio di Ramyah, quando un razzo, «sparato molto probabilmente da attori non statali», ha colpito la loro base. Una giornata nera per la missione Onu, che ieri ha perso i soldati argentini, dopo la decisione di Buenos Aires di ritirare i propri militari, scelta di cui il portavoce della missione, Andrea Tenenti, si è rifiutato di commentare il motivo.
L'inviato americano Amos Hochstein aveva appena incontrato il presidente del Parlamento di Beirut, Nabih Berri, e parlato di «incontri produttivi» in vista di uno stop alle armi, quando otto razzi da 107 millimetri, in dotazione proprio a Hezbollah, sono stati lanciati nei pressi del villaggio di Ramyeh e hanno mandato nell'infermeria della base militare italiana, sotto osservazione «ma senza destare particolari preoccupazioni», cinque nostri militari di Unifil, il contingente dell'Onu di stanza in Libano.
Attacchi «intollerabili» li hanno definiti il ministro della Difesa Guido Crosetto e il vicepremier Antonio Tajani. In un primo momento si era sospettato un possibile «errore» di Israele, come a inizio ottobre, quando i proiettili dell'Idf hanno colpito e danneggiato due basi italiane e il quartier generale della missione Onu, provocando l'indignazione italiana. Ma l'Esercito israeliano stavolta non ha dubbi: «I razzi sono stati lanciati da Hezbollah». Una circostanza considerata la più credibile: «A giudicare dal tipo di razzi, possiamo confermare che sia stato Hezbollah a colpire la base Unifil», ha spiegato Tajani. Cinque giorni fa, la palestra della base italiana di Shama era stata colpita da una granata, molto probabilmente dell'Idf, e il nostro governo aveva chiesto «chiarimenti» a quello israeliano.
Nonostante gli sforzi diplomatici, la guerra continua. Hezbollah ha lanciato oltre 70 razzi contro Israele e sostiene di aver preso di mira anche una base di 007 vicino a Tel Aviv. Israele ha colpito Beirut e ucciso in un raid nel sud il comandante dell'unità dei missili a medio raggio del gruppo, Ali Tawfiq Dweiq. Eppure l'inviato americano Hochstein è convinto che l'intesa sulla tregua «sia alla nostra portata», mentre il presidente del Parlamento libanese Berri sostiene ci siano ancora «dettagli irrisolti».
Hochstein sarà oggi in Israele, dopo aver incontrato il premier libanese Mikati. Rinviato invece «a data da destinarsi» il discorso del leader di Hezbollah, Naim Qassem. E Benjamin Netanyahu avvisa: «Anche con la tregua, continueremo a colpire Hezbollah».
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