Una delizia della visione, un romanzo dello sguardo, un'avventura dell'occhio. È difficile trovare la formula esatta per spiegare, a parole, che tipo di libro è Le cento vedute del Monte Fuji (Wom Edizioni). Stiamo parlando dell'ultima grande opera, o meglio dell'opera testamento, del celebre pittore Katsushika Hokusai, vissuto in Giappone alla fine del '700 e definito il "Michelangelo giapponese".
Cento Vedute
Il volume, in realtà una raccolta di tre differenti libri, è molto più di una semplice raccolta di paesaggi come potrebbe erronamente evocare il titolo. Siamo al cospetto di un volume che raccoglie cento tavole in bianco e nero realizzate mediante l'antica arte dell'ukiyo-e, riproposte ai lettori italiani in versione restaurata. Ukiyo-e è un termine che unisce due differenti parole, uku ("fluttuante") e yo ("mondo"), per un significato che può essere tradotto come mondo fluttuante.
Il mondo fluttuante è una forma artistica raffinata che ha caratterizzato il Giappone nel periodo Edo, tra il XVII e il XX secolo. Hokusai è uno degli artisti più celebri che hanno incarnato questo modo di ricreare il mondo. Il protagonista de Le cento vedute del Monte Fuji è – facile da intuire – niente meno che il Monte Fuji, la montagna più alta del Giappone nonché simbolo sacro del Paese. La scelta del monte come soggetto e ossessione del volume va dunque ricercata nella carica simbolica che la linea delle sue pendici fornisce ad Hokusai.
Con abile maestria, Hokusai propone varie vedute del monte. Circondato da nubi, visto dal mare, dalle risaie, da una grotta, da vicino, da lontano e così via, fino a creare un perfetto caleidoscopio di cento immagini della montagna. Le vedute proposte dal pittore sono il tentativo di catturare la grande montagna, raffigurarlo letteralmente da ogni prospettiva, in ogni contesto e nei suoi variegati aspetti. Anche perché il Monte Fuji è emblema della natura, espressione e bellezza della sua potenza ed eternità.
Il perno della vita
È proprio attorno al Monte Fuji che sembrano ruotare le esistenze delle persone. In mezzo troviamo la montagna sacra, il perno della vita e del mondo fluttuante; attorno scorre tutto il resto. Detto in altre parole, il monte in questione è il cardine immutabile ed eterno della quotidianità. Se tutto ciò che accade è destinato a decadere e svanire in un soffio, il monte resta imperurbabile al centro della scena. "Ci ha mostrato il vero volto della natura e il suo spirito si aggira tra le pagine di questo volume, che tra gli innumerevoli libri illustrati svetta su tutti così come sulle Cento poesie di Keichu", si legga nella prefazione del primo libro.
"Il Monte Fuji è come un gioiello intagliato, il suo colore è quello dell'argento levitgato […] Si eleva al di sopra delle cime circostanti ed è il maestoso sovrano dell'intero regno", prosegue la prefazione del secondo libro.
Afferrato nel turbinio di due fuochi magnetici, il comico e il sacro, l'occhio del lettore-spettatore rincorre l'elegante silhoutte della montagna protagonista dell'opera. Nel tentativo di carpire il segreto della vita e venerare l'entità del simbolo più sacro del Giappone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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