Lilian punto e a capo, un viaggio nella Milano bene e nell'anima di una donna distrutta

Il romanzo è un viaggio nell’interiorità della protagonista, nella sua ricerca di equilibrio, tra droga e autodistruzione

Lilian punto e a capo, un viaggio nella Milano bene e nell'anima di una donna distrutta

Lillian punto e a capo (Happy hour edizioni) è un viaggio nell’interiorità della protagonista, nella sua ricerca di equilibrio. Lillian è una giovane donna di 30 anni, bella, ricca, desiderabile. Cammina decisa sulle sue Jimmy Choo tacco 14 ma inciampa come una bambina barcollando nella sua vita interiore, nelle sue fragilità. Milano, la città in cui vive, è il suo perfetto alter ego: caotica e scintillante a volte, annichilita nel grigiore ed evanescente altre. Lillian è esattamente così, una donna piena di ombre: la sua vita è perfetta alla luce del sole, ma nell’intimità del suo appartamento di lusso si rivela un disastro, una miscela di droga e autodistruzione.

Lillian ha un lavoro appagante, un conto in banca da capogiro e un uomo perfetto. Ma quando lui la lascia, il mondo crolla e lei rimane sola, disperatamente sola. Inizia così una lenta discesa nell’autocommiserazione prima e nella distruzione poi, gli unici compagni di vita sono uno scapestrato amico d’infanzia, che la coinvolge nelle sue notti brave fatte di alcool e perdizione e la magica "polvere bianca" che le fa dimenticare il dolore.

Eppure, in quella che si rivela una difficile ricerca di sé, Lillian non si sottrae all’amore. Un amore malato, diviso per tre, che la coinvolge in un complicato menage con Giacomo, Jean e Lorenzo. Tre uomini. Tre età e lavori differenti. Tre realtà che insieme però non riescono a farne una che valga per il cuore di Lillian, lei che dopo aver toccato il fondo capisce che non si possono amare gli altri se prima non si impara ad amare se stessi.

Lillian è la reminescenza del "brat pack" di McInerneiana memoria, l’alter ego femminile del giornalista protagonista di Mille luci a New York. Entrambi scivolano in una spirale di vizi e piaceri lascivi. Entrambi trovano la forza di reagire. Lui tra il caos urbano della Grande Mela, lei tra le vie della "Milano bene".

Lillian punto a capo è un libro fugace, che scorre veloce. Il lettore quasi fatica a capire le dinamiche con cui nascono e sfioriscono le relazioni amorose, che appaiono come la cornice di una storia che non è raccontata nero su bianco, ma lasciata sottointesa, evanescente. Una storia fatta di fragilità e insicurezze pregresse e che vivono nel cuore e nella mente della protagonista, ma delle quali non ci è quasi dato sapere.

L’autrice Carlotta Pistone sembra voler lasciare vuoti narrativi, forse un po’ troppi, che spetta al lettore

colmare. Anche il finale è aperto alla nostra interpretazione. Il risultato è dunque una storia che lascia un punto interrogativo a noi che leggiamo e forse anche alla protagonista, che salendo le scale della metropolitana…

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