"La magia più grande? Poter avere la pace nel mondo": parla l'illusionista che si è esibito davanti al Papa

L'illusionista-showman Heldin racconta in un libro la sua esibizione davanti a Papa Francesco, e ci svela qualche trucco per divertirsi e distrarsi da questo clima di preoccupazione

"La magia più grande? Poter avere la pace nel mondo": parla l'illusionista che si è esibito davanti al Papa

Il titolo dice tutto. "Sorridere e giocare fa bene al cuore", una frase presa da un discorso di Papa Francesco e che racchiude una serie di cose di cui abbiamo bisogno in questo momento. Sorridere e svagarci. L'illusionista-showman Heldin, nome d’arte di Egidio Russo, nel suo libro - scritto con Gian Mattia Bruno, per Santelli Editore e prefazione di Michele Cucuzza - racconta il prima, il durante e il dopo della sua esibizione in Sala Nervi davanti a Papa Francesco. Per una volta, il mago non si nasconde dietro a nessun trucco, ma si lascia vedere da vicino.

Da dove nasce l'esigenza di mettere nero su bianco questa esperienza?

"Dal desiderio di mostrare la mia anima, l'emozione di una giornata che mi ha cambiato la vita e che non potrò mai dimenticare, la commozione di avere come "assistente" il Pontefice, perché sua Santità prendendo i lembi e aiutandomi a far volare il tavolino è stato uno speciale collaboratore. Il Papa ha sorriso, addirittura ha cercato di capire se ci fosse qualcosa sotto la tovaglia. La cosa curiosa è che quel numero si chiama "il tavolo spiritico", quindi proprio un'apocalisse (e ride, ndr)".

Cosa le ha lasciato l'incontro con Papa Francesco?

"Mi ha lasciato un avvicinamento ancora più forte alla fede. In quell'attimo ho avvertito la voce di mia madre, scomparsa qualche anno fa, che mi esortava ad avvicinarmi con fiducia al Pontefice. Abbiamo messo da parte la prima copia stampata, chiusa in un cofanetto, e gliela porterò in regalo. Ovviamente il Papa sa tutto del libro, perché ogni parola è stata autorizzata dai legali del Vaticano. Forse pochi sanno che ogni parola e fotografia del Pontefice è coperta da diritti".

Nel libro racconta il rapporto con sua madre. Ci dice qualcosa in più?

"Tra le pagine non nascondo la mia fragilità, il mio tornare bambino, quel bambino che mia madre portava in parrocchia, e m'insegnava che bisogna dare senza aspettarsi di ricevere. Mi ritrovo spesso a "parlare" con lei, magari prima di addormentarmi. Per me è una assenza-presenza".

A chi è destinato questo volume?

"A tutta la famiglia perché oltre alla narrazione emozionale di questa vicenda unica al mondo, c'è una seconda parte più ludica. Ho descritto venti trucchi simpatici che si possono fare con cose semplici che si hanno a casa, uno stuzzicadenti, un fiammifero, un tovagliolo, dei cucchiaini. Ho l’ambiziosa speranza di essere d’ispirazione per genitori e figli perché possano trascorrere del tempo insieme e provare a distrarsi qualche ora da questo clima di preoccupazioni. Ci sono poi le morali, gli aneddoti di vita con personaggi che ho incontrato sul mio cammino, come il mio grande amico Fabrizio Frizzi che mi ha insegnato come si fa la vera beneficenza. Ci sono episodi legati ad Albano, a Renato Zero, ma non diciamo oltre per non spoilerare".

Parte del ricavato delle vendite del suo volume andrà in beneficenza. A chi?

"Sarà devoluto a Scholas Occurrentes, un progetto nato per volere di Papa Francesco che garantisce l'istruzione ai bambini poveri. Non c'era altro modo per ringraziare della grande fortuna che ho avuto".

Il suo debutto in tv è legato a Raffaella Carrà nel 95 in Carramba che sorpresa. Un ricordo della grande artista?

"Ho imparato come si fa la vera televisione alle prove con lei. La vedevo in studio, vestita comoda, con una tuta, spesso seduta su degli scalini a studiare attentamente il copione. Devo molto ai suoi insegnamenti. Da allora sono scaturite diverse partecipazioni in varie trasmissioni".

C'è un programma nel quale vorrebbe lavorare?

"Vorrei tanto riprendere a lavorare con Michele Guardì. Ai Fatti Vostri mi ci vedrei molto bene. Un programma che entra nelle case in punta di piedi e un gioco magico non può mancare. Con lui ci si diverte, anche se ha un carattere un po' rigido, come dicono in tanti, ma è proprio questa rigidità che aiuta a fare bene la televisione".

Un mago non svela mai i suoi segreti, ma le è capitato una volta di infrangere questa regola?

"Ho svelato piccoli trucchi e da manuale per dare la possibilità ai giovani di approcciarsi a quest'arte, ma non ho mai rivelato i grandi segreti e non ho mai mancato di rispetto al professionismo".

Se potesse fare una magia speciale, cosa vorrebbe ora?

"Di sicuro avere la pace in tutto il mondo. Vorrei veder sorridere con serenità le persone, ovunque siano"

Salentino d’origine e romano di adozione. Qual è una cosa che le manca della sua terra e una che ama della capitale?

"Della mia terra mi manca fare colazione con il pasticciotto di pasta frolla e ripieno di crema. Della capitale adoro il centro storico, andare in bicicletta nelle piccole stradine dove si sente l'odore della romanità".

Quest'anno taglia

un importante traguardo. Come si sente?

"A luglio compirò 50 anni ma mi sento come un ragazzo di massimo 31 anni. Forse è merito della magia che piace dai 4 ai 94 anni e permette a tutti di restare un po' bambini".

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