Moebius, per lui il futuro era un sogno d’inchiostro

Il grande disegnatore francese ha innovato tutti i generi, dal western al fantasy. Un tratto inconfondibile e onirico che ispirò anche "Alien" e "Guerre Stellari"

Moebius, per lui il futuro  era un sogno d’inchiostro

Se ne andato l’inventore del fumetto inteso come visione e utopia, capace di fondere il genere comics con aspirazioni ben più alte, quali disegno e pittura. Moebius, al secolo Jean Giraud, è morto ieri dopo una lunga malattia, a 74 anni. Proprio l’anno scorso la Fondation Cartier di Parigi gli ha dedicato un’ampia retrospettiva museale, dove Moebius aveva presentato non solo le tavole con i personaggi più celebri della sua lunga carriera, ma aveva anche curato personalmente l’allestimento ed esposto un delizioso film inedito in 3D La Planète encore.

Nato a Norgent sur Marne nel 1938 pubblica il primo fumetto, Frank e Geremia, ad appena diciotto anni per il magazine Far West. Proprio le storie del selvaggio ovest compaiono costantemente nella prima parte della poetica a mezzo immagini di Moebius; insieme allo scrittore Jean-Michel Charlier inventa il tenente Blueberry, eroe contraddittorio e già postmoderno nel linguaggio, che attraversa i generi tra il passato e il futuro.
Nel 1963 usa lo pseudonimo Moebius e inizia a disegnare per il giornale satirico Hara-Kiri. La piena maturità arriva però nel decennio successivo, quando è tra i fondatori della rivista Metal Hurlant (oggetto di culto nel mondo alternativo francese e non solo) e diventa l’aprifila di un’illustrazione che contamina spesso e volentieri i suoi temi più classici con il mondo della letteratura fantasy, della musica hard rock e della riscoperta dei miti nordici.

Non a caso sembra limitativo, per definirlo, il genere fantascienza in cui spesso viene incasellato, perché nel suo linguaggio, a partire dalla sintassi con cui costruisce le tavole, l’universo della Science Fiction americana e dei superoi risulta davvero lontanissimo, nonostante le collaborazioni non occasionali con Stan Lee nella serie di Silver Surfer. Moebius è stato un genio visionario, oltre che un disegnatore eccezionale, che non si sofferma troppo sulla consequenzialità e sulla logica della storia cui dedicava il suo tratto preciso e unico. Il suo segno distintivo era proprio l’immettere lunghe pause, ampi silenzi, all’interno della struttura narrativa. Frames in cui si dedicava ad analizzare minuziosamente il paesaggio, sia che si trattasse di sconfinati deserti o di immense distese di cielo la notte. Il dettaglio nelle sue tavole diventava sospensione poetica

La sua figura è quella di un grande solitario, assimilabile a quella di Alejandro Jodorowsky e al giapponese Hayao Miyazaki, con i quali ha collaborato a più riprese. Ma una delle sue più grandi passioni è stata il cinema, chiamato da diversi registi alle prese con la fantascienza per inventare mostri, astronavi, stazioni spaziali con il suo stile gotico che unisce al futuro un’imagerie quasi medievale ed ancestrale. Ha fatto storia l’invenzione della terribile creatura di Alien, per la saga iniziata da Ridley Scott: un terribile predatore che si impossessa del genere umano fagocitandone le interiora e fuoriuscendo dagli intestini con il temibile apparato di bocche l’una dentro l’altra.

Anche David Lynch ha voluto la consulenza di Moebius per Dune, capolavoro mancato della SF d'autore, ma la collaborazione non venne finalizzata. Le sue fantastiche intuizioni compaiono nei titoli di coda di Guerre Stellari di George Lucas, del primo Tron di Steven Linsberg, di Abyss di James Cameron e de Il quinto elemento di Luc Besson. Il nostro Fellini lo amava molto, considerandolo a tutti gli effetti un pittore surreale, al punto da chiamare il personaggio dell’entomologo in Casanova col suo stesso pseudonimo.

Considerato una vera e propria gloria della cultura francese, nel 1985 venne insignito dall’allora ministro Jack Lang del riconoscimento come miglior artista grafico e quindi dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal

presidente Mitterand. Nel 1988 è stato incluso nella Will Eisner Award Hall of Fame. Molti omaggi anche in Italia, alla mostra del fumetto di Lucca, nella retrospettiva Milanese di metà anni ’90, quindi a Palermo e Venezia.

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