Paraguay, la tragedia di una guerra dimenticata

Quando tra il 1864 e il 1870 il Paraguay combattè da solo Argentina, Brasile e Uruguay la guerra più sanguinosa della storia latinoamericana di fatto annientò ogni prospettiva di potenza storica del Paese

Paraguay, la tragedia di una guerra dimenticata

La guerra più sanguinosa d'America si concluse con un solo colpo di pistola sparato sulle rive solitarie dell'Aquidabán Niguí – un ruscello che scorre attraverso una fitta foresta subtropicale in quello che oggi è il parco nazionale Cerro Corá nel nord-est del Paraguay. Dopo un inseguimento attraverso il paese durato mesi, le truppe brasiliane avevano finalmente raggiunto il presidente e comandante militare del Paraguay, il maresciallo Francisco Solano López, che morì in un conflitto a fuoco con loro il primo giorno di marzo del 1870.

"Muoio con la mia patria!" disse il figlio di Carlos Antonio Lopez, ritenuto leader illuminato e costruttore dello Stato a partire dalla capitale Asuncion, e non era un'esagerazione. Sei anni di guerra con cui il Paraguay aveva dovuto affrontare le forze congiunte di Brasile, Argentina e Uruguay avevano letteralmente distrutto lo Stato, causando danni apocalittici portando alla morte circa la metà degli abitanti e alla perdita complessiva, includendo quelle dei territori ceduti, di due terzi della popolazione del Paraguay.

Lopez morì dopo che durante il conflitto circa il 90% dei suoi uomini erano morti in azione, per le ferite riportate o per malattie e fame, in quella che può essere ritenuta una vera e propria guerra totale. Una delle poche tra quelle combattute nel periodo compreso tra la fine delle Guerre Napoleoniche nel 1815 e lo scoppio della Grande Guerra nel 1914. In assoluto la più importante e sanguinosa tra le guerre mai combattute in America Latina dopo la fine del colonialismo spagnolo e portoghese.

Se lo consideriamo in termini proporzionali, non ci sono molti casi come questi nella storia moderna. Forse solo le terribili guerre balcaniche che hanno preceduto la prima guerra mondiale hanno portato in alcuni Paesi a tributi di sangue lontanamente paragonabili. E sul Novecento in complessivo viene spesso citato come esempio di mortalità catastrofica quello che la Russia ha sofferto nella seconda guerra mondiale, con circa 20 milioni di morti. Per fare un paragone, essi rappresentavano non più del 12% della popolazione russa dell'epoca.

Per il Paraguay, che contava 450mila abitanti nel 1864, la scelta del minore della famiglia Lopez di deviare dalla politica modernizzatrice del padre in senso maggiormente assertivo risultò rovinosa. Il Paraguay poteva vantare uno sbocco all'Oceano Atlantico, il controllo di diversi fiumi, reti ferroviarie e telegrafiche e un'industria moderna, ma Lopez attaccò per volontà di egemonia regionale il governo liberale uruguaiano entrando nella locale guerra civile per sostenere l'opposizione conservatrice e, tra il 1864 e il 1865, compì l'errore tragico di invadere sia il Brasile che l'Argentina.

Forte di un esercito pienamente mobilitato, il Paraguay di Lopez occupò la città di Corrientes, in Argentina, e il Mato Grosso brasiliano prima che i governi di Rio de Janeiro e Buenos Aires, alleati con l'Uruguay, formando la Triplice Alleanza gettarono nel conflitto il peso crescente della loro demografia e forza militare. Tra il 1866 e il 1869 la guerra si spostò nei confini del Paraguay e sulla formidabile linea difensiva paraguaiana dislocata nel sud del Paese, incentrata in una serie di forti sui fiumi Paraná e Paraguay, tra i quali primeggiava la fortezza di Humaitá, che resistette fino all'agosto 1868 in una partita bellica sanguinosa che costò la vita a 60mila uomini per parte. Il 5 gennaio 1869 a cadere fu la stessa capitale paraguayana, Asuncion. La sconfitta segnò tracollo e rovina di un Paese che ancora oggi nella sua minorità nell'America del Sud moderna sconta la sconfitta di allora e i successivi sei anni di occupazione militare brasiliana. Nulla più esisteva della fiorente struttura sociale e economica del Paraguay, ridotto a poco più di 150mila abitanti e spopolato della sua popolazione maschile adulta. Si stima che nel 1870 degli abitanti paraguayani solo 28.000 erano uomini adulti e il rapporto tra donne e uomini nelle città era generalmente di circa 4 a 1, ma c'erano posti in cui raggiungeva 20 a 1 e più.

La guerra ha anche lasciato un impatto duraturo fuori terra. Dopo il conflitto, tratti di terra pubblica sono stati venduti a società straniere per pagare il debito di guerra imposto al Paraguay, ha detto Ernesto Benítez, leader del movimento dei piccoli agricoltori."Dal 1870 in poi, il sistema economico dominante è stato quello delle grandi proprietà", ha detto, "questo ha fortemente escluso i piccoli agricoltori e le popolazioni indigene. È un problema storico che ci riguarda ancora".

Il Paraguay ha ancora la più alta disuguaglianza di proprietà terriera nel mondo – circa l'85% dei terreni agricoli è detenuto dal 2,5% dei proprietari – e i piccoli agricoltori e gruppi indigeni affrontano una diffusa mancanza di terra. Almeno il 14% della terra paraguaiana è nelle mani degli agricoltori brasiliani, un gruppo che esercita potere economico e politico. "La guerra ha influenzato notevolmente le nostre relazioni diplomatiche; non siamo quasi mai stati in grado di resistere ai brasiliani", ha detto al Guardian Jorge Rubiani, architetto e storico.

Un'ulteriore prova di questo squilibrio si vede nella proprietà congiunta paraguaiano-brasiliana della diga di Itaipú, l'impianto idroelettrico più produttivo del mondo.

La diga, in teoria, dovrebbe fornire uguali benefici ai due paesi, ma uno studio recente ha rilevato che a causa di termini distorti nel Trattato di Itaipú, il Paraguay ha perso 75,4 miliardi di dollari a favore del Brasile dal 1985 al 2018 tra royalties e pagamenti per le forniture a causa delle condizioni dettate dalla minorità politica. Figlia di una sconfitta di 150 anni fa da cui lo Stato non si è più ripreso.

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