Paris Tableau, alla fiera dei grandi capolavori della pittura antica

Per una settimana nelle prestigiose sale del Palazzo della Borsa di Parigi, i più importanti galleristi del mondo hanno messo in mostra (e in vendita) i propri oldmaster. Da Brueghel a Rubens

Quando si dice la crème de la crème. Trattandosi di Parigi, mai termine fu più azzeccato per una mostra mercato che ha riunito in questi giorni, nello splendido salone del Palazzo della Borsa, i galleristi più importanti del mondo per quanto concerne la pittura antica. «Paris Tableau», alla sua terza edizione, è oramai un appuntamento imperdibile per il grande collezionismo internazionale, quello che aldilà di modi e mode, punta ancora agli oldmaster come bene rifugio ma soprattutto come modello di incontrastata bellezza. E il pubblico, non solo quello parigino, ha ancora una volta premiato una manifestazione che ha superato i seimila visitatori e che ha messo in mostra opere e capolavori dal Sei all'Ottocento, in un range di prezzo tra i 10.000 e i 3.500.000 euro. Un successo merito soprattutto della selezione degli espositori eseguita dal comitato organizzatore di cui fa parte anche un italiano, l'antiquario Maurizio Canesso. L'edizione di quest'anno ha raccolto ventidue mercanti di pittura antica tra i quali sono incluse quattro new entry: Coll & Cortés di Madrid, Michel Descours di Lione, il parigino d'origine spagnola Gabriel Terrades e Carlo Virgilio di Roma. Le scuole francesi, italiane, spagnole e del Nord sono state rappresentate attraverso i vari generi di pittura. Negli stand, numerose le opere di grande prestigio tra cui il «Ritratto di una Dama di Qualità» di François Clouet e suo atelier (Galleria Jacques Leegenhoek), lo «Studio di un Vecchio», recente attribuzione a Rubens (The Weiss Gallery): una scoperta che esalta il talento dell'artista. E ancora, «Il cappello di paglia» di Alfred Stevens (Talabardon et Gautier), la cui data attesta l'apertura del salone ai dipinti della fine del XIX secolo e per finire uno dei tesori di questa terza edizione: un autoritratto travestito da «Testa di Santa» di Artemisia Gentileschi (Galleria Cesare Lampronti), in cui l'artista ha dato prova, con le sue pennellate, di una delicatezza particolare. Di grande effetto «L'Albergo Saint Michel» di Pieter Brueghel le Jeune (De Jonckheere). Per gli appassionati della pittura religiosa, vere e proprie chicche negli stand come il «Cristo Deriso» di Giacomo Cavedone (Galleria Canesso) o la tenerezza che trasmette il dipinto di Jacques Stella, «La Vergine» che prepara il pasto del Bambino Gesù (Galleria Éric Coatalem), o «Il Cristo e la Samaritana» di Girolamo Da Santacroce (Derek Johns). E ancora, da ammirare la «Tentazione di Sant'Antonio» firmato da Louis-Joseph Watteau (Galleria Claude Vittet) ma anche il dipinto su rame di Paul Bril, «Gesù e il Mare di Galilea» (Galleria Sanct Lucas). La pittura su fondo oro è stata eccezionalmente rappresentata da Tuccio Di Gioffredo Da Fondi, con il suo «Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria» (Galleria G. Sarti).
Grandi capolavori, grande pubblico e, come nelle passate edizioni, anche vendite importanti. Eppure quest'edizione si è saputa configurare anche come un appuntamento internazionale per la cultura. Ciò in virtù di incontri e convegni ma anche di mostre a cura di grandi istituzioni museali come il Louvre. In collaborazione con la Fondazione Federico Zeri, una giornata è stata dedicata al grande critico, con un simposio intitolato «Federico Zeri e la Conoscenza», che ha tracciato il percorso di quest'uomo eccezionale: gli incarichi che ha ricoperto, la sua collezione personale e le sue donazioni, hanno fatto di lui una grande figura della storia dell'arte.
Infine, su idea di Guillaume Kientz, conservatore del dipartimento di Pittura del Museo del Louvre e commissario dell'esposizione, Paris Tableau ha voluto dare rilievo ai collezionisti che hanno fatto doni ai musei.

Intitolata «Sous réserve d'usufruit», (con riserva di usufrutto), questa esposizione organizzata all'interno del Salone in collaborazione con il dipartimento di Pittura del Museo del Louvre, ha messo in luce gli aspetti di questo tipo di donazione che consente ai proprietari di beneficiare di vantaggi fiscali pur continuando a fruire delle proprie opere, ai musei di arricchire le proprie collezioni e ai mercati di mantenersi dinamici. L'esposizione di sei capolavori, che sono ancora presso i loro donatori, sono stati una conferma di quanto dichiarato.

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