Dal rigattiere di parole: "Parresia"

Parresia deriva da pan= tutto e reo= dire, e significa, letteralmente, “dire tutto”. Quindi franchezza, libertà di parola, chiarezza, schiettezza, diritto-dovere di dire la verità

Dal rigattiere di parole: "Parresia"

Parola antica, colta e piuttosto rara, assente in vari dizionari storici, con profonde radici greche, rilanciata – se così si può dire – nell'ultimo quarto del Novecento dagli studi del filosofo francese Michel Foucault. Parresia deriva da pan= tutto e reo= dire, e significa, letteralmente, “dire tutto”. Quindi franchezza, libertà di parola, chiarezza, schiettezza, diritto-dovere di dire la verità. Anche con sfumature negative: smodata propensione a parlare, libertà di parola eccessiva, sfrenata. Il termine greco viene attribuito a Euripide (V secolo a.C. ) che lo coniò per indicare la virtù del dire la verità. Nella tradizione cristiana, dove la parola è ampiamente utilizzata, è intesa anche come il contrario di ipocrisia.

Per il Panlessico è una “figura rettorica, con cui l'oratore si esprime con una coraggiosa libertà, affidato nella giustizia della sua causa, intendendo così a catturarsi la stima degli uditori”.

Come sinonimo segnala Licenza, che è la prima definizione data da un altro dizionario ottocentesco, il Cardinali Borrelli, il quale spiega: “E' artifizio bellissimo per cui l'oratore confidando nella giustizia della sua causa parla presso coloro che deve tenere o venerare con certa libertà che, sebben paja troppo ardita, pur non offende, anzi talvolta piace”.

Nei contesti attuali, specie televisivi, è un sostantivo che potrebbe trovare nuova fortuna, specie per indicare la mancanza di freni inibitori (e di educazione) di tanta gente sopra le righe.

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