Una tesi forte, ma un romanzo debole

Scrittura lenta e pesante. Il protagonista, alienato e stanco di tutto, è già visto

Una tesi forte, ma un romanzo debole

Che Michel Houllebecq sia stato profetico non c'è dubbio. Soprattutto perché il suo ultimo romanzo, intitolato Sottomissione e appena pubblicato in Italia da Bompiani, in Francia è uscito lo stesso giorno della strage di Charlie Ebdo . Editorialmente parlando un gran culo. Non che Michel sia il primo a avere una simile visione di Europa islamizzata, ma tra gli scrittori non ce ne sono tanti (per forza, sono tutti di sinistra filoislamici), tranne Oriana Fallaci, che ne fece la sua ultima infuocata battaglia e usò senza timore il termine «Eurabia».

Detto questo, poiché è l'opera di uno scrittore e non di un profeta, il romanzo com'è? Due palle grosse come una moschea. Tanto per cominciare, è una minestra riscaldatissima: l'io narrante è il solito protagonista di Houllebecq alienato e stanco di tutto che si trascina di pagina in pagina come un lombrico con uno stile che più piatto di così si muore prima di lui.

Accende la televisione e si annoia, apre un libro e si annoia, ascolta un disco e si annoia, fa sesso e si annoia, e tanto per non farsi mancare niente è uno studioso di Huysmans. Insomma, quando arriva l'Islam al potere è una bella botta di vita.

Ovviamente, benché annoiato dal sesso, non si poteva rinunciare alle scene di sesso. Nella descrizione della quali Houllebecq è di una goffaggine e un didascalismo come il libretto di istruzioni di un vibratore scritto da Eugenio Scalfari e il Furio di Verdone. Tipo: «La guardai negli occhi un istante prima che la sua lingua si posasse sul mio sesso, vederla agire aumentava ulteriormente la mia eccitazione; era in uno strano stato, un misto di concentrazione e frenesia, la sua lingua svolazzava sul mio glande, a volte rapida, a volte ostinata e lenta...»; «...sentii subito che stavolta sarei riuscito a controllarmi per tutto il tempo necessario, avrei frenato a volontà l'impennarsi del piacere...»; «...si inginocchiò davanti a me e cominciò con un anilingus, lungo e tenero».

Comunque, ondate di piacere accavallate e anilingus lungo e tenero a parte, questo relitto di uomo, che vorrebbe essere una metafora dell'Europa e della modernità vuota e senza valori, gira e rigira alla fine si converte all'Islam, e dice «Non avrei avuto niente da rimpiangere», e in effetti cosa vuoi rimpiangere. Si ricordi che Houllebecq per gli stessi motivi di alienazione, ma con un'altra metafora (e in un altro romanzo, bellissimo) si era invaghito degli elohimiti.

Infine la tesi giusta è a pagina 134: «il vero nemico dei musulmani, quello che temono e odiano più di qualsiasi altro, non è il cattolicesimo: è il secolarismo, la laicità, il materialismo ateo. Per loro, i cattolici sono dei credenti, il cattolicesimo è una religione del libro». In realtà, risponderei a Houllebecq: non è vero che l'Illuminismo ha fallito, non è mai penetrato nella coscienza collettiva, che non crede a niente perché è disposta a credere a tutto. Il relativismo è l'eccesso di credulità molle, non una conseguenza di un'epistemologia scientifica fallita. Che tra l'altro Houllebecq, furbamente, nel libro fa sciorinare da un musulmano in versione creazionista. Dopo duecento pagine di noia viene il sospetto che Houellebecq stia attaccando l'Occidente con un romanzo che è un kalashnikov puntato tra gambe dei lettori maschi atei e materialisti.

Tuttavia ho anche un'altra ipotesi più fantascientifica, cioè lo avete visto bene? Negli ultimi dieci anni Michel si è trasformato in maniera innaturale, non ho mai visto una cosa simile: gli occhi gli si sono ingranditi a dismisura, le palpebre gonfiate, il naso è esploso come quello di Nanni Moretti, il labbro inferiore si è girato verso l'esterno, i capelli hanno la consistenza della stoppa, i denti non si capisce se li abbia o meno.

Alla fine analizzando le foto della metamorfosi credo di aver scoperto l'arcano: Michel è identico a Jeff Goldblum dopo essere entrato nel teletrasporto senza accorgersi che dentro c'era una mosca. Ce l'avranno messa gli jihadisti.

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