Cuore, ecco le nuove frontiere

«Curare l'ammalato e non la malattia. Questo è il primo, fondamentale insegnamento che dobbiamo trasmettere a tutti i cardiologi e a tutti i giovani medici. È il deviante, ovvero il soggetto che reagisce alle cure in modo diverso, o non reagisce affatto, che ci aiuta a costruire le nuove strategie terapeutiche. Non ho dubbi: è questa la nuova frontiera della cardiologia».
Il professor Attilio Maseri, friulano, cattedratico prima a Londra, poi a Roma e oggi a Milano, presenta così i programmi della Heart Care Foundation di cui ha appena assunto la presidenza e promette che - attraverso la Fondazione - intende promuovere un nuovo tipo di ricerca clinica.
Un esempio di «devianti»? Winston Churchill, primo ministro inglese, che era un grande fumatore e un discreto bevitore (oltre che obeso) ma a dispetto di questi tre fattori di rischio visse 93 anni. Churchill, dice Maseri, è un modello che cito spesso; ma parlo anche di cardiopatici conclamati che soccombono pur avendo ricevuto le stesse cure di coloro che invece sopravvivono.
La Fondazione che il professor Maseri è stato chiamato a presiedere opera all'interno dell'Associazione Nazionale dei Cardiologi Ospedalieri (Anmco), che vanta una ricchezza di dati forse unica al mondo: dispone infatti di un Centro studi avanzatissimo e trae la sua forza non solo dal numero dei soci (più di seimila) ma anche da una distribuzione capillare che fa capo a singoli comitati, regione per regione.
«Quando ero a Londra - ricorda Maseri - i miei colleghi si complimentavano con me perché italiano. Proprio in quegli anni, infatti, lo studio «Gissi uno» - dovuto al professor Rovelli e al suo gruppo - aveva rivoluzionato le prospettive cardiovascolari dimostrando che una tempestiva trombolisi (fatta cioè entro la prima ora) riusciva a ridurre del 40% la mortalità per infarto. Ecco, anche noi oggi abbiamo bisogno di ricerche così innovative».
La Heart Care Foundation si ripromette di stimolare l'ispirazione dei ricercatori, di accrescere cioè la consapevolezza di svolgere un lavoro utile. Disporrà presto di borse di studio. Intanto è stato formato un «Comitato Strategico» composto da 12 cardiologi (sei italiani e sei stranieri) tra i più autorevoli, che affiancheranno il presidente in tutte le sue iniziative. Sono stati inoltre avviati contatti con il ministero della Salute e con quello della pubblica istruzione per realizzare una grande campagna di prevenzione che parta dalle scuole. Questi propositi sono contenuti in un documento programmatico che il professor Maseri presenterà nella seconda metà di maggio a Firenze: documento programmatico di importanza internazionale (hanno collaborato alla sua stesura cardiologi americani, inglesi e canadesi) per la diffusione a livello mondiale di un nuovo tipo di ricerca clinica.
Sempre a Firenze (ma prima del congresso nazionale dell'Anmco, che si svolgerà nei primi giorni di giugno) il professor Maseri presenterà i risultati preliminari di un trial che si può senz'altro definire rivoluzionario. Il trial in questione (denominato Fami) interessa 1200 pazienti: quattrocento italiani, quattrocento scozzesi e quattrocento cinesi. Tutti sono stati studiati a «infarto caldo»: appena arrivati cioè al pronto soccorso. Sarà importante conoscere, caso per caso, le diverse reazioni dei pazienti alle prime cure ospedaliere. Lo studio Fami, comunque, continuerà per molti anni.

Molti specialisti lo ritengono fondamentale per il futuro della cardiologia. Potrebbe addirittura capovolgere le cosiddette «idee ricevute». Non a caso ne è coordinatore Attilio Maseri: il primo «maestro del cuore» celebrato in tutto il mondo.

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