Stefania Craxi*
Perché la medaglietta di Sergio DElia suscita scandalo e quella di Luciano Violante invece no? Linterrogativo non è una provocazione e nemmeno un paradosso, alla fine vedremo che la bilancia pesa più a favore del deputato radicale che non del deputato Ds.
Sergio DElia è un ex brigatista coinvolto in un fatto di sangue, luccisione dellagente Dionisi. Ha scontato dodici anni di carcere, poi ha fondato lassociazione «nessuno tocchi Caino», infine la militanza radicale e lingresso in Parlamento. Personalmente sono una garantista e non trovo niente da eccepire anche se preferirei che persone con precedenti così pesanti manifestassero il loro pentimento con una vita riservata e privata rinunciando alle esternazioni dei loro mutabili convincimenti. Trovo insopportabili persone che prima volevano insegnarci a sparare, poi ci hanno spiegato la vera democrazia, poi la libertà e adesso vorrebbero persuaderci che il meglio per lItalia è un partito democratico allamericana.
Non faccio nomi, ma lItalia ne è piena.
I Ds, che hanno avvertito il rischio della compromissione, sono corsi ai ripari mandando in campo la vedova DAntona che, a giustificazione, si è avventurata sul terreno scivoloso del «sincero pentimento», dramma e croce di tutte le corti di giustizia consapevoli di emettere comunque un verdetto arbitrario. Sarei curiosa di sapere come è stato misurato il pentimento di Giovanni Brusca, collaboratore dello Stato, che ha assassinato un bambino di tredici anni, poi disciolto nellacido per far scomparire le tracce. Ma se la signora DAntona ha giustificato, non così ha fatto la diretta interessata, la vedova Dionisi che ha manifestato con le lacrime lo sdegno per laffidamento di una carica istituzionale a un uomo coinvolto nellassassinio di suo marito.
Lonorevole Luciano Violante è generalmente riconosciuto come il padre della via giudiziaria al potere percorsa dai Ds. Voci, scritti in tal senso non sono stati mai smentiti. Mai smentita laffermazione dellex ministro Scotti che ha riferito di essere stato ammonito dal senatore Chiaromonte, uno degli spiriti più aperti del vecchio Pci, a non affidare la Commissione Antimafia a Luciano Violante «perché Violante ha già scelto la via giudiziaria».
Ma questa scelta di Violante e dellallora gruppo dirigente del Pds, Occhetto, DAlema, Veltroni, non è stata unoperazione incruenta. Ha provocato suicidi, morti precoci, migliaia e migliaia di vite spezzate. I 24 mila e più avvisi di garanzia, a fronte di qualche centinaio di condanne, sono una vergogna che pesa non solo sulla magistratura, che ha fatto «il lavoro sporco» ma anche sui dirigenti Ds che lhanno orchestrato.
Ma chi si è pentito di quei morti, chi ha chiesto scusa per lonore infangato di migliaia di persone esposte al ludibrio, costrette a cambiare lavoro, residenza, abitudini, chi ha manifestato la minima pena per la massa delle donne, dei figli vittime innocenti del ciclone giustizialista?
Per quanto frughi nella memoria non trovo ricordo di niente del genere. Eppure Violante è lispiratore di tangentopoli, DAlema è reo confesso del proposito di distruggere Craxi e il Psi, Occhetto è colui che ha invitato a proseguire davanti al Raphael, sede di Craxi, il suo comizio di piazza Navona. Le infami monetine.
Nel caso dei Ds abbiamo il crimine, le vittime e lassoluzione senza né pena né pentimento. Mi chiedo spesso il perché, perché mai nessuno dei massimi dirigenti dellex Pci abbia sentito il bisogno di una giustificazione.
So bene che la storia la scrivono i vincitori che per ora sono ancora loro. Ma credo che ci sia qualche cosa di più serio e, per i Ds, drammaticamente vitale.
Tangentopoli è il loro atto di nascita. Prima di allora cè stato solo la compromissione con gli orrori del comunismo sovietico e gli anni in cui hanno creduto di morire, dopo il crollo del muro di Berlino. Una compromissione che cercano di rimuovere, a volte cadendo nel ridicolo. Veltroni che dice di non essere mai stato comunista, il nuovo presidente della Repubblica di essere socialdemocratico di trentanni senza aver mai visto in facci Tanassi, Cariglia, Longo, Nicolazzi, Vizzini uno qualsiasi dei segretari della socialdemocrazia italiana.
La falsa rivoluzione del 92-93 ha ucciso il passato e aperto un nuovo ciclo.
Una legittimazione falsa, come la falsa rivoluzione da cui è scaturita. Falsa, come linteressato garantismo di oggi per Sergio DElia. Perché garantisti o si è sempre, o non si è mai.
*deputato di Forza Italia
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