A scuola andava bene. E agli investigatori del commissariato Lambrate - che hanno prima raccolto la sua denuncia e poi teso un’«imboscata» e arrestato i suoi giovani persecutori - ha spiegato di aver lasciato l’istituto alberghiero, frequentato fino a poco tempo fa con ottimo profitto, per «motivi personali» che però ha preferito tacere. Tuttavia, dopo aver subito intimidazioni e angherie a scopo estorsivo per quasi un anno da due ragazzi di 19 anni, è legittimo e comprensibile che uno studente 15enne decida di dare forfeit perché ne ha abbastanza. Massimo C., infatti, era braccato dal marzo scorso da Daniele B. e Luca L., due «tipetti» molto abili a intimidire ragazzini più giovani. La polizia li accusa ora di estorsione e minacce e il tribunale ha concesso loro i domiciliari. L’esistenza di Massimo, intanto, forse scorrerà più lieve, ma lui, per il momento, di riprendere la scuola non ne vuole proprio sapere.
Tutto ha inizio alla fine del marzo 2008. Daniele e Luca (quest’ultimo considerato il capobanda e già conosciuto dalle forze dell’ordine) cominciano a presentarsi all’uscita dell’istituto frequentato da Massimo, a volte soli, a volte insieme a un 16enne (denunciato per favoreggiamento). Il loro è il tipico atteggiamento da bulli, quel modo di fare che intimorisce e spaventa le persone più mansuete e tranquille. Seguono lo studente da lontano mentre se ne va verso casa, poi lo avvicinano furtivi e, quando raggiungono la zona più tranquilla del parco di Lambrate, lo minacciano apertamente: «Ci devi dare dei soldi, portaci tutto il denaro che riesci a trovare a casa: ce lo consegnerai domani davanti alla scuola».
Una volta rimasto solo Massimo tentenna, riflette, si fa forza fino a decidere di non cedere a quel ricatto, ma il giorno dopo salta le lezioni.
I bulli non si fanno più rivedere e il ragazzo trascorre una primavera e un’estate tranquille, ma a settembre, con la ripresa della scuola, l’incubo dei due estorsori ritorna, insieme alle minacce e alle richieste di denaro: prima 200 euro che lo studente non consegna, poi 300 euro che il 15enne, incapace di trovare un’altra soluzione al suo dilemma, finisce per rubare ai genitori. Qualche settimana dopo, quindi, Luca e Daniele alzano il tiro e chiedono a Massimo di rubare tutti i cellulari dei suoi compagni di classe. Anche stavolta, però, il ragazzo, pur promettendo di obbedire agli ordini dei due bulli, riesce a sottrarsi alle loro assurde richieste. L’incubo, però, non cessa e, all’inizio di dicembre la vicenda raggiunge il suo apice quando Massimo si trova faccia a faccia con i suoi aguzzini in piazzale Udine. Cerca di scappare, correndo via, ma loro lo inseguono e lo fermano. Stavolta la minaccia è ben più grave: «dacci 200euro o ti uccidiamo». Lo studente 15enne non si piega nemmeno stavolta ma, da quel giorno, a scuola non ci vuole più andare.
Solo a febbraio la vittima trova il coraggio di denunciare. Sempre avvicinandolo per strada, infatti, i due balordi gli sibilano che ha tre giorni di tempo per consegnare nelle loro mani loro 200 euro, appuntamento alla stazione della metropolitana di Crescenzago. Massimo prima tenta di fuggire, poi finge di acconsentire.
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