Dai braccialetti ai foulard di seta La nuova sfida di Luca Caprai

Ha inventato e venduto milioni di gioielli di pizzo colorati. Ora lascia la Cruciani per un nuovo regale brand, «Semiramide»

Lucia Serlenga

«Il lavoro è vita, e senza quello esiste solo paura e insicurezza» lo diceva John Lennon ma di sicuro è anche il credo di un uomo tornato dopo quasi un anno sabbatico a far parlare di sé. Luca Caprai, l'imprenditore che ha trasformato un semplice braccialetto di macramè in un fenomeno di moda da milioni e milioni di pezzi venduti e altrettanti contraffatti, ha annunciato la fondazione di una nuova società - Cada Italia con sede a Milano - e la nascita del progetto Semiramide. Nel frattempo l'uomo, classe 1966, affronta con grande coraggio una malattia partita nel 2005 con un sarcoma alla gamba tra i più rari e poi sfociata in metastasi ai polmoni. «La gestisco come un problema di lavoro, non le dedico più del cinque per cento della mia mente» aveva dichiarato due anni fa nel corso di un'intervista rilasciata a Nicola Porro nella trasmissione televisiva Virus. «Ogni volta mi hanno dato per morto ma io ho scelto di fare tutto quello che devo per il futuro della mia famiglia, di mia figlia, dell'azienda. Piuttosto che vivere da malato, preferisco vivere da sano e controllare il minimo indispensabile la mia malattia» aggiungeva con aria di sfida. Considerando la passione con la quale ha sempre parlato della sua Cruciani c'è da immaginare - non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito né lo ha fatto la sorella Arianna che gli è subentrata - che la separazione dalla sua creatura gli abbia procurato un dolore immenso. Sta di fatto però che l'uomo che viene da Foligno, cittadina dell'Umbria da lui considerata il centro del mondo, è drogato di creatività, la sua vera medicina. Si è sempre definito un venditore creativo, un tipo che si sveglia alle tre del mattino per fissare nella mente l'idea da trasferire al suo team. Ora che il capitolo Cruciani si è chiuso, si è catapultato su Semiramide spiegando all'agenzia Adnkronos di essere uscito dall'azienda di famiglia per vari motivi, non ultimo quello di salute. «Ho ricominciato a fare alcuni progetti in Iran, Medio Oriente, non in conflitto né in concorrenza con la Cruciani che fu da me fondata e che continuo ad amare, in settori per me inesplorati come quello dell'oro, dell'orologeria e dei foulard di seta» dichiara aggiungendo che il nuovo brand omaggia nel nome la regina moglie del re Nino, fondatore eponimo di Ninive, che costruì i giardini pensili di Babilonia. In questo riconosciamo l'estro di un uomo frenetico nella velocità di pensiero, sfrontato nella competizione.

Dopo aver creato la Cruciani all'età di 25 anni attingendo alla cultura dalla sua famiglia - il padre Arnaldo ha fondato nel 1955 la più importante azienda di produzione di biancheria per la casa impreziosita con merletti ma ha anche realizzato la più grande collezione museale privata delle Arti Tessili esistente al mondo con circa 24 mila pizzi rari e preziosi - non solo ha dato luogo a una pregevole collezione di abbigliamento ma ha messo la firma sulla più straordinaria case history degli ultimi tempi: i braccialetti in pizzo. «L'idea mi venne quando una sera, non ricordo in quale parte del mondo fossi, vidi che nella trasmissione Porta a Porta si discettava di Belen e della farfallina tatuata sull'inguine», ricorda. In realtà Luca aveva già abbandonato il progetto del braccialetto con farfalline commissionato a un artista internazionale molto tempo prima: costava un botto e lo aveva riposto in un cassetto. Quando infurió il caso Belen intuì che doveva collaborare con la showgirl e con il suo agente. E l'affare decollò. Così l'accessorio moderno, colorato, divertente e pop espresso in vari disegni - il quadrifoglio è sempre stato il best seller - è divenuto testimonial di eventi speciali e di vip di ogni razza e di ogni lingua. Un boom che aveva portato il valore del marchio Cruciani C a 40 milioni di euro. Non bruscolini. Ora Luca si è innamorato della leggenda di Semiramide: pare che lei andasse tutti i giorni a raccogliere rose fresche dal suo giardino.

«Ho realizzato questo marchio in suo onore, con una rosa, e da lì sono nati dei foulard realizzati sia in collaborazione con artisti, sia più classici e tradizionali che saranno venduti solo in Medio Oriente e in particolare in Iran, in alcuni paesi dell'estremo oriente con cui ho rapporti belli. Sia in Arabia Saudita, sia in Iran, a Teheran, ho iniziato a lavorare presto e ora in maniera intensiva» ha dichiarato Luca che è anche padre di una bambina di sei anni. Non a caso pur definendosi un duro, è affettuoso e protettivo. Oltre che lucido e attento alle dinamiche di mercato. «Si dice che l'Iran sia il nuovo mercato e sembra che sia diventata un'ancora di salvataggio come negli ultimi dieci anni di crisi sicuramente lo sono stati prima la Russia e poi la Cina.

L'Iran è un mercato ancora estremamente complicato, ma offre delle opportunità straordinarie» ha dichiarato l'uomo che ha sempre sostenuto di preferire lo stile al lusso e che all'estetica ha anteposto l'etica. Per un industriale della moda non è poco.

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