aRoma «Fini ha il diritto di cambiare idea ma non quello di accusarci di incoerenza con tono truculento e sprezzante ». Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato ed ex aennino doc, rispedisce al mittente le accuse di tradimento dei valori. Ma lo fa con ironia e parlando con il Giornale compila un particolare «alfabeto» delle questioni sulle quali il presidente della Camera ha mutato radicalmente posizione.
Ateismo. «In un paio di interviste si è definito ateo. Nemmeno Veltroni eD’Alema hanno mai voluto contrastare un sentimento diffuso nel popolo italiano. Conosco Fini dal 1973. Non siamo mai stati baciapile ma con Almirante abbiamo sempre rappresentato una tradizione cattolica “ghibellina” ».
Berlusconi. «Nel 2008 andò insieme a Matteoli da Berlusconi per aderire al Pdl senza consultare nessuno e dopo aver parlato di “comiche finali”. Ero favorevole ma quelli che non erano d’accordo poterono solo prenderne atto».
Bindi. «Il presidente del Pd non ha mai detto: “Quanto sono bravi Gasparri, Alemanno, La Russa”. Se noti esponenti della sinistra hanno lodato Fini, qualcosa non quadra. Timeo Danaos et dona ferentes».
Cittadinanza. «Fini ha cambiato idea sulla cittadinanza agli extracomunitari e i primi annunci li ha fatti senza consultare nessuno. Né in An né nel Pdl. Questa dialettica democratica che oggi rivendica non l’ha mai praticata» .
Cristianesimo. «Da vicepresidente del Consiglio si era battuto per l’inserimento nella Costituzione Ue del riferimento alle radici cristiane. Oggi ha persino troncato i rapporti personali con esponenti autorevoli della Chiesa».
Etica. «Se si invoca un codice etico, ci vuole coerenza e bisogna rispondere alle domande che riguardano una comunità e il suo patrimonio. Prima o poi quelle risposte al Comitato di gestione del patrimonio ex An bisognerà fornirle».
Fecondazione assistita. «Nel 1999 Fini si batté in articoli a favore della legge. Uno scritto è un impegno forte. Nel 2004 senza consultare nessuno decise di avversare una legge che aveva sostenuto e contro il parere del 90% di An».
Giornali. «Un giorno si difende la libertà di stampa, l’altro partono le querele. Ma non tutte le domande contengono una eventuale diffamazione.
Ad esempio, potrebbe rispondere a Repubblica e Corriere se non gradisce il Giornale
e Libero il cui editore Fini ha portato in Parlamento».
Gheddafi. «A Mirabello si è stigmatizzata la genuflessione a Gheddafi, ma qualche anno fa era Fini a proporre di insegnare il Corano nelle scuole».
Immigrazione clandestina. «Oggi non la vuole più contrastare con lo specifico reato che prima aveva proposto».
Legge elettorale. «Ha ammesso di aver cambiato idea contro una legge che ha voluto. Eppure c’è gente con lui che con le preferenze non prenderebbe nemmeno il voto dei familiari, neppure quelli con i contratti Rai. Comunque il Pdl non è disponibile a un cambio strumentale della legge».
Omosessuali. «Qualche anno fa polemizzò sugli insegnanti ostentatamente gay. Oggi se ne vergognerebbe. A Mirabello sventolavano le bandiere di Gaylib , associazione che si batte per il riconoscimento delle coppie di fatto e delle adozioni per le coppie omosessuali».
Presidenzialismo. «Fini ha criticato un caposaldo della destra, per lui ormai finito in naftalina».
Rutelli. «Da avversario politico è diventato partner. Fini va d’accordo con Rutelli difensore di principi cattolici e lo avversava nel ’93 quando era laico e radicale. Il Fini di oggi andrebbe più d’accordo con il Rutelli di ieri, il che dimostra che i suoi discorsi sono strumentali».
Sessantotto. «Fini ha rivalutato il ’68 ma abbiamo scritto assieme documenti e mozioni contro l’eredità sessantottina e so bene quello che ne pensava».
Spinelli. «Dichiarò di aver fumato uno spinello. È una cosa che secondo me sì è inventato per essere politicamente corretto. Non l’ho mai visto con uno spinello e in passato ha sempre sostenuto posizioni contrarie alla droga».
Voto agli immigrati.
Vita. «Noi la difendiamo dal concepimento al suo termine in coerenza con i valori che Fini ha archiviato. Prima di insultarci dovrebbe fare uno sforzo di memoria».
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