Una Dama d’Argento per la cultura

Giunto alla sua settima edizione, il premio «Dama d'Argento - Gli uomini e le donne che hanno fatto grande Milano», istituito dall’Associazione Amici del Museo Poldi Pezzoli, ha voluto immergersi in quella identità milanese che unisce alla tenacia e alla generosità, la sobrietà.
E' per questo motivo che i vincitori dell'edizione 2011 sono stati la Cooperativa sociale «Il Fontanile» e la Civica Scuola di Liuteria. Rispetto al passato, dunque, che aveva visto la scelta appuntarsi su nomi e personalità note nel campo dell'arte, della scienza e dell'imprenditoria, questa volta il «Dama d'Argento» ha voluto rappresentare un riconoscimento per chi, ancorchè sconosciuto al grande pubblico o emergente, esprime valori di riferimento propri della tradizione e dell'identità di Milano, gli stessi che del resto animano l'Associazione e il Museo Poldi Pezzoli.
In più, nel voler portare alla ribalta attività e professioni legate a tecniche tradizionali e artigianali, grazie alle quali coltivare arti e mestieri altrimenti destinati a scomparire, il «Dama d'Argento» valorizza ulteriormente quello spirito laborioso e tradizionale proprio del capoluogo lombardo.
La premiazione, svoltasi nella Sala Dino Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, ha visto il presidente dell’Associazione «Il Fontanile», Francesco Alemanno, e la direttrice della Civica Scuola di Liuteria, Virginia Villa, ricevere l'ambito riconoscimento (consistente in un assegno e in una medaglia raffigurante il «Ritratto di Dama» del Pollaiolo, opera simbolo del Museo) dal presidente dell'Associazione Aldo Citterio. Molte erano le candidature in lizza: enti umanitari, centri di formazione, figure del campo medico, artistico, fondazioni.
Da quindici anni ormai, con cadenza biennale, il Poldi Pezzoli lega dunque il suo nome a quello di un concorso che più milanese non si può. E' un'abbinata che ha la sua ragion d'essere nella realtà stesso di questo museo, primo esempio italiano, già a fine Ottocento, di casa-museo privata, un genere noto nel mondo anglosassone, ma poco praticato in Italia. Da quel 1881 in cui Giangiacomo Poldi Pezzoli decise la trasformazione della sua abitazione di via Manzoni 12 in un museo per i milanesi, il Poldi Pezzoli non ha fatto che arricchirsi di opere. Diretto da Annalisa Zanchi, possiede oggi una delle più belle raccolte di dipinti rinascimentali e della scuola leonardesca, nonché opere di Bellini, Piero della Francesca, Guardi, Tiepolo. Ricchissima è anche la parte relativa alle armi, le porcellane, i vetri, gli arazzi e l'oreficeria; unica la raccolta, donata da Bruno Falck, di orologi meccanici, e quella di orologi solari di Pietro Portaluppi.

Vera e propria vetrina del collezionismo milanese, quest'anno per il 2 giugno, Festa della Repubblica, il Museo resterà aperto: una maniera ulteriore per simboleggiare il legame con la città, le istituzioni, la storia d'Italia.

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