Delinquenti via dalle case popolari: c’è lo sfratto

Piazza Fontana spiegata agli studenti. Otto istituti superiori in visita per un giorno nella stessa banca teatro della strage di quarant’anni fa. All’epoca, il 12 dicembre 1969, era quella dell’Agricoltura. Oggi è il Monte dei Paschi di Siena. A fare da Cicerone un impiegato «sopravvissuto», Fortunato Zinni, scampato d’un soffio all’esplosione «che sbriciolò il tavolo centrale dove avvenivano le contrattazioni provocando 17 morti e 88 feriti». Fortunato, nel nome un destino, allora trentenne, era seduto al tavolo con gli agricoltori a «spaccare il contratto» ossia a suggellarlo con una stretta di mano, un secondo dopo era al piano di sopra. «Mi chiamarono i superiori, salii al momento dell’esplosione. Ma non mi resi conto della tragedia, scesi con la ricevuta in mano pensando di consegnarla ai miei interlocutori...». Così Zinni, che oggi di anni ne ha settanta ed è diventato sindaco di Bresso, ha incantato gli studenti del comprensivo Levi, dell’artistico Brera, dell’Itsos di Cernusco, del Verri, del Vespucci e del Giorgi. Nel salone della banca spicca un monumento commemorativo, appena inaugurato in vista del quarantennale: una statua in bronzo dello scultore Alberto Inglesi e un tavolo progettato da Franco Biondi, architetto dell’istituto bancario. La scrivania ha al centro un cilindro che richiama il quadrante di un orologio, è frammentato in quattro parti a suggerire l’effetto distruttivo della bomba e mostra alcune lastre di vetro disposte in modo da indicare l’ora dell’esplosione, le 16.37.
La visita prosegue al piano superiore, insieme con Zinni, due rappresentanti dell’Anpi, l’associazione partigiani che ha organizzato l’incontro e un sindacalista dell’istituto di credito. Attorno a un tavolo gli studenti chiedono: «Com’era il clima di allora?». Risponde il sindaco di Bresso: «Quel periodo era detto “autunno caldo”, ossia caratterizzato dalle rivendicazioni dei lavoratori, degli impiegati, degli insegnanti. Credo che la bomba sia stata messa per frenare la grande spinta del progresso che veniva dalla piazza». Seconda domanda. Ilaria dell’artistico Brera chiede: «Come mai le indagini si sono arenate, come mai non si è ancora arrivati al colpevole?». Meno male che agli studenti delle superiori si insegna a usare la testa, a non accontentarsi di una versione sola. Meno male che i ragazzi di oggi hanno wikipedia. Perchè ieri al Monte dei Paschi la verità, condita dall’emozione di un ricordo in presa diretta, è stata servita in modo unilaterale. Guarda caso in un modo che non figura scritto da nessuna parte né pronunciato da alcun tribunale: «Dopo 12 processi - continua Zinni - la sentenza definitiva del 2005 ha stabilito che non c’è colpevole. Ma noi sappiamo chi è stato, i due estremisti di destra».

Nessuno ha ricordato il ruolo degli anarchici, nessuno ha parlato dello strascico di sangue, ritorsioni e vendette che quella bomba ha innescato. Quindi la richiesta finale: «Il Paese chiede a gran voce giustizia per le vittime, al presidente Napolitano chiediamo che si riaprano gli archivi e che vengano resi pubblici gli atti».

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