Alla vigilia del suo Servizio pubblico, Michele Santoro spara ad alzo zero e dispensa lezioni di management televisivo. I suoi bersagli? Berlusconi e Garimberti, manco a dirlo. Il primo, a detta del tribuno della sinistra, è "una persona straordinariamente intelligente, una persona non comune, che ora però è un po' vecchio, ha perso la testa per la f.... Passerà certamente sui libri di storia anche se è più interessante come barzellettiere che come personaggio storico".
E non permettetevi di dire che Santoro è diventato famoso grazie a lui. Perché l'ex conduttore di Annozero era già "molto famoso", dice lui, "prima che Berlusconi scendesse in politica". Il Cavaliere, anzi, "è cresciuto seguendo Samarcanda e guardandomi ha fregato la sinistra che invece ci snobbava".
Insomma, un tripudio di egocentrismo. E come non spendere poi una parola per il presidente della Rai Garimberti? Solo che per Santoro Garimberti, più che presidente Rai, è "il presidente del circolo di tennis. Quando critica il Tg3 lo fa solo perché aveva criticato Minzolini. Se uno dice una cosa a uno di destra deve dirne un’altra a uno di sinistra. Certo come tennista gli verrebbe più difficile".
Ma Santoro non è il presidente della Rai. Continuando nel suo delirio di onnipotenza, il conduttore sminuisce il lavoro del suo ex braccio destro Corrado Formigli, ora approdato a La7. Se da un lato Santoro dice di essere stato "sempre favorevole alla crescita dei nostri collaboratori, bene se ci sono tanti talenti che invadono la tv italiana", dall'altro non nasconde un certo rancore per l'allievo che ha scippato la cattedra al maestro. "Pensavo che potesse far parte del nuovo progetto - puntualizza Santoro -, gli ho anche spianato la strada con La7 e avevo detto che era molto bravo all’amministratore delegato. Credo che se è lì è anche merito mio...". Paura della concorrenza (visto che Piazzapulita andrà in onda domani in contemporanea con Servizio pubblico) o acredine per non essere stato seguito? Solo Santoro può saperlo. E non sarà certamente disposto a dirlo.
Quello che invece dice è cosa pensa del rottamatore Matteo Renzi e della sua convention alla stazione Leopolda. "Propone un dinamismo interessante, smuove acque, sfida i brontosauri del Pd, positivo questo attacco alla inamovibilità del pd che ricorda la vecchia Unione Sovietica però il formato televisivo della Leopolda aveva tratti molto accentuati di berlusconismo, saputo che l’aveva fatta Gori, poi tutto è stato chiaro. Quando dice che vuole fare fuori il berlusconismo e l’antiberlusconismo sono un po' preoccupato, sembra non avere molto chiaro il problema. È difficile che Renzi possa fare l’Obama italiano, può essere il leader di centro destra che è un bel passo avanti rispetto a quello attuale".
Insomma, c'è poco da fare. Santoro vede il berlusconismo dappertutto. Bocciato pure Renzi. E bocciata anche la scelta di sostituire alla conduzione di In Onda su La7 la Costamagna con Porro. E qui arriviamo alla lezione di management televisivo. "Non sono come Vespa che stila classifiche di chi lavora meglio, però posso dire che la sostituzione della Costamagna non si comprende. È una cosa strana, è la linea che hanno gli editori oggi di contrapporre uno di destra con uno di sinistra. Anche se Telese non mi sembra proprio di sinistra".
Santoro poi aggiunge: "Ogni volta che c’è uno di sinistra che parla ce ne vuole uno nel taschino che dica il contrario. Siamo arrivati a un momento di debolezza di libertà di pensiero in Italia perché c’è un monopolio che schiaccia la tv generalista.
Anche quelli che timidamente cercano di contrastare questa tendenza, come La7, a cui conviene, tra l’altro visto lo sfascio della Rai, e lo fa con estrema timidezza perché si sa che Telecom è uno dei principali inserzionisti di Mediaset e Mediaset Premium gli spot su La7. È una situazione complementare diciamo. Comunque sbagliato sostituire la Costamagna con Porro". E se lo dice lui...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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