Derivati, l’esposto del Pd: "Irregolarità nelle giunte Moratti e Albertini"

Sulla "operazione derivati" l’opposizione a Palazzo Marino presenta un esposto alla Corte dei conti. Nel mirino quei "comportamenti gravemente negligenti degli organi e dei dirigenti"

Sull’«operazione derivati» l’opposizione a Palazzo Marino presenta un esposto alla Corte dei conti. Nel mirino quei «comportamenti gravemente negligenti degli organi e dei dirigenti». Organi e dirigenti, precisa l’opposizione, sia della giunta di Letizia Moratti che di quella guidata da Gabriele Albertini: «Chiediamo che sia fatta luce sui comportamenti illegittimi nella stipula e nella rinegoziazione dei derivati, collegati a un bond del 2005 da 1,685 miliardi di euro, per arrivare all’annullamento dei contratti e alla valutazione dei danni erariali».
Richiesta che, concretamente, sposta l’attenzione finora rivolta esclusivamente all’accertamento delle responsabilità delle banche coinvolte nell’operazione, spiega Davide Corritore (Pd): «Secondo le ultime stime disponibili ci sarebbe una perdita contabile di almeno 200 milioni di euro dovuta ai comportamenti illegittimi e alle violazioni normative». Come dire: bisogna annullare gli effetti delle operazioni in derivati anche perché «l’uso di derivati per fare cassa è, secondo la Corte dei conti, un’irregolarità grave».
Irregolarità, continua l’esponente Pd, ammessa «perfino dall’ex sindaco di Milano quando sostiene che tutte le operazioni fatte dal Comune dal 2005 a oggi sono state messe in essere per finanziare e per non far emergere perdite su vecchi derivati». Tecnica di «non far emergere voci contabili», prosegue Corritore, «che in questi anni ha prodotto disastri come Parmalat».

Giudizio che non ammette replica, anche se l’ex primo cittadino ha proprio sabato rimarcato come «non c’è stata operazione speculativa ma solo un’operazione che ha ridotto le passività totali a carico del Comune» mentre «le ritrattazioni successive al 2006 hanno appesantito il debito».

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