«LEuropa dice A. sta sempre avanti. È lAmerica che sta indietro. Quella porcheria della pena di morte, prova suprema di arretratezza, ce lha infatti lei, lAmerica, mica ce labbiamo noi, raffinati abitatori dellevolutissima Europa. Noi europei siamo troppo avanti sulla strada del progresso morale per poter apprezzare quello scampolo di barbarie che è la pena capitale. E se lAmerica, che conosce soltanto il progresso materiale, invece la apprezza ancora, questo vuol dire appunto che indietro, molto indietro, ci è rimasta proprio lei, non noi. Parola dellAngelo della Storia».
«Ma che cavolo dici obietta B. . Non lo sai che se da noi la pena capitale non cè più questo dipende dal fatto che qualche decennio fa proprio lei, lAmerica, che quella schifezza ce lha sempre avuta, e che perciò ce laveva anche allora, liberando lEuropa dai suoi celebri fascismi rossi e neri, le ha impedito di onorare fino in fondo la sua gloriosa vocazione forcaiola lasciandosi che i suoi fantasiosi ducetti, baffetti e baffoni la trasformassero, come si erano allegramente accinti a fare, in ununica vasta distesa patibolare chiamata lager o gulag?»
«Fesserie replica A. chi sostiene questa tesi è un farabutto che crede o finge di credere che a spezzare per sempre le reni allEuropa totalitaria sia stato linvasore amerikano, quando invece ormai anche ai bambini, grazie allinsegnamento della storia impartito nelle nostre scuole, sanno che a spezzarle, quelle reni, sono stati i valori e gli ideali dellantifascismo europeo: quello che ormai sessantanni e rotti fa irruppe ad ali spiegate sulla scena della storia europea coi volti dei nostri partigiani».
«Anche di quelli chiede timorosamente B. che dopo aver acciuffato Ben e Claretta, proprio per esprimere la loro incrollabile avversione per la pena capitale, e assicurare alla patria un futuro senza capestri, dopo aver acciuffato Ben e Claretta, decisero di accopparli, insieme a un grappolo di gerarchi, prima che quei selvaggi di amerikani potessero pretendere di farli processare e condannare da qualche ridicolo tribunale di guerra?».
«Soprattutto di quelli, imbecille! assicura perentorio B. . Ma tu chi diavolo sei?».
«Sono confessa A lAngelo della Storia. Quello che secondo un autore a te caro (si chiamava Walter Benjamin) sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre linfranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle.
«Ma come! conclude B . Il Progresso non ha ancora impiccato insieme alla pena di morte? Adesso ti strozzo io».
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