«Nulla in natura si verifica per caso. Ogni evento o fenomeno ha cause precise, talora poco comprese e spesso del tutto ignote. Invocare il caso è una scorciatoia non scientifica di chi ignora. È una foglia di fico che consente di evitare di approfondire la realtà». Con queste parole inizia il libro di cui ci occupiamo oggi, Cambiamento climatico, Covid-19 e finanze, di Giuliano Ceradelli e Luciano Mastrangelo (Key Editore, pagg. 114, euro 13 uscito da pochi giorni sul sito web di Key Editore, Milano). Si tratta di un saggio vivace, brioso e brillante che si legge tutto di un fiato, scritto a quattro mani da un ingegnere e da un economista. I due temi principali sono il cambiamento climatico e la pandemia Covid-19, entrambi diffusamente trattati con arguzia, profondità e acutezza di analisi. Sono descritti come due facce di una stessa medaglia, essendo entrambe questioni planetarie, che coinvolgono l'intera umanità, e che suscitano grande allarme in un mondo globalizzato (secondo gli autori, decisamente non giustificato nel primo caso e chiaramente comprensibile nel secondo caso). Suscitano anche accesi dibattiti negli ambiti scientifico, politico e nelle sedi dell'opinione pubblica, con in comune il fatto che le due questioni coinvolgono risorse finanziarie ingenti.
Gli autori hanno il formato del dialogo (a loro dire semiserio) a somiglianza di quello (che al contrario, precisano, è serissimo) di Galileo Galilei sui massimi sistemi tolemaico e copernicano. Una lettura colloquiale, quindi, intrisa d'ironia, e informale nei toni: facilissima per seguire la realtà articolata e complessa del cambiamento climatico associato all'altra tematica molto attuale della pandemia e ai relativi aspetti finanziari. Il testo si articola in dodici brevi incontri tra i dialoganti - occorsi da febbraio a giugno 2020 - che sono tre amici - Giuliano, Luciano e Ugo - ciascuno con le proprie idee ben radicate, ma senza le semplificazioni cui ricorrono spesso quei media che hanno lo scopo di trasformare un dibattito scientifico in un affare da audience. Ugo è l'equivalente di Simplicio nel Dialogo del Galilei, ma gli autori sono attentissimi a concedergli un argomentare tutt'altro che banale, anche se, alla fine, contra factum non valet argumentum. Gli autori riconoscono come sul cambiamento climatico (un tempo chiamato «riscaldamento globale», ma non più di moda visto che il riscaldamento s'è arrestato) vi sia una reale divisione fra scienziati che ne vedono la causa nelle attività umane e scienziati che considerano il fenomeno essenzialmente naturale. E puntano il dito contro i primi che, con poco savoir-faire, qualificano i secondi come «negazionisti», anziché riconoscere loro il diritto di praticare quel sano scetticismo che è a fondamento del metodo scientifico.
A garanzia della meticolosità delle argomentazioni, sta la prefazione di Nicola Scafetta, uno dei pochi professori italiani di Fisica dell'Atmosfera con eccezionali riconoscimenti internazionali. Quanto al Covid-19, la posizione generale degli autori può riassumersi efficacemente in un «primun vivere, deinde philosophari».
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