Le operazioni di terra in Libano sono iniziate: ma la situazione sul campo potrebbe essere differente da quanto prospettato. Tel Aviv ha informato gli Stati Uniti di "una serie di operazioni", tra cui manovre di terra: a riferirlo è il Dipartimento di Stato americano citato dalla Cnn. Washington ha riferito che, al momento, si tratterebbe di operazioni limitate incentrate sulle infrastrutture di Hezbollah vicino al confine.
Nonostante il contatto continuo con le forze israeliane in questa delicata fase, proseguono negli Stati Uniti gli sforzi per un cessate-il-fuoco di 21 giorni tra Israele e Hezbollah. Secondo fonti della sicurezza in Libano, riprese da Haaretz, i tank israeliani non sono ancora entrati in Libano, ma ci sono stati poderosi attacchi aerei nei pressi del fiume Litani. Tuttavia, il gabinetto di sicurezza israeliano, riunitosi in serata, avrebbe approvato la nuova fase della guerra in Libano. Lo riferisce Ynet, secondo cui durante la riunione alcuni ministri hanno denunciato le fughe di notizie sull'operazione da parte di funzionari americani, dopo che questi erano stati aggiornati da Israele. Hezbollah ha fatto sapere di aver aperto il fuoco contro truppe israeliane che conducevano "movimenti" al confine con il Libano. Lo riferiscono i media di Beirut.
Cosa sta accadendo sul confine Israele-Libano
Le truppe libanesi, nel frattempo, si sono ritirate dalle posizioni lungo il confine meridionale del Libano con Israele, almeno cinque chilometri a nord della frontiera. I media libanesi hanno riferito che Israele ha bombardato villaggi di confine adiacenti all'area che aveva annunciato essere un confine militare "chiuso" poche ore prima. L'esercito libanese ha, inoltre, evacuato i posti di osservazione al confine meridionale e ha trasferito il personale in caserme nei villaggi di frontiera. L'area attorno a Khiam e Wizani, entrambe di fronte al confine tra Libano e Israele, è stata bombardata per almeno due ore. I villaggi coinvolti si trovano entrambi direttamente a est dell'area militare specificata dal portavoce militare israeliano queesta sera.
L'esercito israeliano ha ordinato ai residenti dei sobborghi di Beirut di evacuare prima degli attacchi. I civili che si trovano nei pressi di alcuni edifici nel quartiere di Dahiya, nella parte meridionale di Beirut, devono evacuare immediatamente, ha dichiarato l'Idf in un comunicato. A Kiryat Shmona e negli insediamenti nell'Alta Galilea, è stato chiesto loro di rimanere vicino alle aree protette, evitare di riunirsi e ridurre i movimenti nell'area: Shenir, Dan, Dafna, Gosherim, Maayan Baruch e Kfar Gilad. Israele ha effettuato due nuovi attacchi aerei a Dahieh, poco più di 30 minuti dopo che l'esercito israeliano aveva emesso gli ordini di evacuazione.
Le parole del governo italiano
Sull'attacco di Israele al Libano "stiamo seguendo minuto per minuto l'evolversi della situazione con le nostre ambasciate a Beirut, a Tel Aviv e anche a Teheran. Ci preoccupiamo in modo particolare dei militari italiani che sono al confine tra il territorio controllato dagli Hezbollah e Israele, ma sono al sicuro perchè sono nella caserme e non si spostano in luoghi non sicuri": è quantro ha dichiarato il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, raggiunto telefonicamente dalla trasmissione "Quarta Repubblica" in onda su Rete4. "Israele ha garantito che farà tutto ciò che deve per tutelare la sicurezza dei nostri militari", ha assicurato Tajani. Secondo il ministro, un nuovo presidente libanese potrebbe essere l'interlocutore giusto per trattare un cessate-il-fuoco: egli, infatti, dovrebbe essere cristiano-maronita e, dunque, non filo-Hezbollah.
Quanto ai cittadini italiani in Libano, la Farnesina invita a lasciare il Paese, usando i voli commerciali. "In questo momento è bene abbandonare il Paese, perchè la situazione è veramente complicata e ci sono combattimenti in corso", ha detto Tajani. Ci sono parti del Libano "che sono in sicurezza" e in generale "bisogna valutare le singole realtà", ha proseguito. "La nostra ambasciata segue la situazione 24 ore su 24, così come l'Unità di crisi", ha concluso Tajani. Anche la premier Giorgia Meloni "é costantemente informata e in contatto" mentre restano ancora fumose le notizie provenienti dal Libano: lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi interpellate dall'Adnkronos. "L'Italia continuerà a lavorare con i suoi alleati per la stabilizzazione del confine tra Israele e Libano e il ritorno degli sfollati alle proprie case. Una de-escalation a livello regionale è urgente e necessaria e l'Italia continuerà a fare la sua parte anche in qualità di Presidente del G7", assicura in una nota la presidente del Consiglio. Quanto al personale militare italiano in Libano, questo ha raggiunto "posizioni protette, e al momento si trova precauzionalmente nei bunker". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, aggiungendo che la missione Unifil "non è un obiettivo diretto degli attacchi" che Israele sta conducendo.
I segnali di un'operazione imminente contro Hezbollah
In serata, Al Mayadeen, microfono di Hezbollah, aveva riferito di movimenti sospetti dell'esercito israeliano nella zona di confine, legati a cambiamenti nel modo in cui le Idf si assembrano al confine. In particolare, era stata segnalata la presenza di blindati e carri armati. Anche gli Stati Uniti hanno deciso di inviare ulteriori squadroni di caccia nell'area, alla luce di questi ulteriori sviluppi. Riservisti israeliani si erano poi ammassati nei punti indicati nel nord di Israele in vista di una possibile manovra di terra. A Kiryat Shmona, in particolar modo, erano stati visti almeno due dozzine di Humvee con a bordo truppe con equipaggiamento da combattimento, visori notturni compresi. Diretti verso nord anche decine di mezzi logistici, alcuni blindati.
Ulteriore riprova di un'operazione imminente, alcune immagini satellitari che provano la presenza di un centinaio di veicoli militari israeliani, dai tank a blindati per il trasporto truppe, ammassati al confine con il Libano. Le immagini sono state fornite alla Cnn e sarebbero state scattate domenica. Altre immagini mostrano, invece, che i veicoli delle Idf sono giunti in zona dopo il 26 settembre. L'emittente Usa ha scelto di non pubblicare le immagini satellitari per proteggere l'anonimato della fonte. Anche l'esercito libanese era passato a riposizionarsi in diverse località al confine con Israele secondo quanto riportato da Al Arabya.
Obiettivo dell'operazione potrebbero essere anche i tunnel di Hezbollah: quest'oggi, infatti, il Wall Street Journal ha diffuso la notizia secondo cui i raid degli scorsi mesi sarebbero serviti a colpire il mondo sotterraneo dei miliziani. Le piccole incursioni operate dalle forze speciali israeliane, infatti, avrebbero incluso anche l'invio di truppe nella complessa e fitta rete lungo il confine. La minaccia per Israele ora potrebbe intensificarsi anche dallo Yemen: in seguito al raid su Hodeidah, gli Houthi hanno dichiarato che intensificheranno le operazioni militari contro Israele.
Hezbollah e l'importanza dei tunnel
La rete di tunnel di Hezbollah è lunga complessivamente diverse centinaia di chilometri secondo gli esperti: i miliziani filoirianiani hanno scavato tunnel direttamente in Israele, distrutti tuttavia dall'Idf nell'operazione Northern Shield del gennaio 2019. Il 17 agosto scorso, i terroristi libanesi avevano pubblicato sul web un video in puro stile cinematografico, nel quale venivano esaltate risorse e macchina di propaganda. Come per Hamas, infatti, anche la vita segreta dei miliziani del Partito di Dio si svolge nel sottosuolo, sebbene i due gruppi non abbiano nulla a che vedere in fatto di uomini e risorse: telefoni, computer, moto, camion e decine e decine di miliziani stanziati in un dedalo di cunicoli, tra i ritratti appesi dei grandi nomi del gruppo.
Il sistema di tunnel nel Libano meridionale si estende per centinaia di chilometri, fino al confine e persino in Israele; da lì i lanciatori possono sparare missili a guida di precisione e poi scomparire. Il progetto dei tunnel in Libano è stato avviato e sviluppato molto prima di quello a Gaza. Le informazioni di intelligence esistenti, infatti, indicano una vasta rete profonda e multiforme. Diversi anni fa, un ricercatore dell'Alma Research and Education Center era è riuscito a rintracciare su Internet una "mappa di poligoni", che copre quella che ha chiamato la "Terra dei tunnel" nel Libano meridionale. La mappa è contrassegnata con poligoni (cerchi) che indicano 36 regioni geografiche, città e villaggi.
Questi poligoni contrassegnano i centri di stazionamento di Hezbollah come parte del piano di difesa contro un'invasione israeliana del Libano. Ogni centro di stazionamento locale possiede una rete di tunnel sotterranei locali. Tra tutti questi centri, è stata costruita un'infrastruttura di tunnel regionali, interconnessi con loro.
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