Dietrofront, alla festa democratica la preghiera islamica «si può fare»

Contrordine compagni, «possiamo ospitare i fedeli musulmani anche venerdì 12 e 19 settembre». Ezio Casati annuncia il cambio di programma del Pd, che dal 28 agosto occupa l’area del Palasharp. Cade così, per bocca del segretario cittadino, il veto del partito democratico che aveva concesso l’uso dell’impianto solo fino al 5 settembre. Ma la benevolenza democratica esclude sempre «l’ospitalità durante la preghiera serale del ramadan».
Soluzione dettata ai cronisti in «presa diretta»: «Abbiamo scoperto che non ci sono più problemi per gli allestimenti degli spettacoli che la Festa ospita al Palasharp» annuncia Casati. «Chi organizza i lavori ci ha fatto sapere che si possono sospendere per due ore e fare così modo alla comunità islamica di riunirsi in preghiera» continua l’esponente Pd che vagheggia di «segno di risposta a un problema che si trascina a cui l’amministrazione comunale non è riuscita a rispondere».
Spiega quantomeno sorprendente, visto che a negare l’ospitalità ai fedeli islamici e quindi a non dare una risposta al problema erano stati proprio i leader maximi del Pd ambrosiano. «Quegli stessi che, oggi, al contrario di quanto avevano dichiarato, scoprono possibile la convivenza degli islamici con la Festa del Pd» chiosa Riccardo De Corato: «Una soluzione di buon senso che io stesso avevo fin da subito avanzato e che il centrosinistra aveva negato, salvo rispolverare in extremis». Ora, aggiunge il vicesindaco di Milano, «il cambio d’idea conferma quindi che era fattibile la proroga della preghiera del venerdì anche per il 12 e il 19 settembre». Come dire: «La situazione si sta normalizzando, secondo le intese raggiunte tra Comune e Prefettura».
Risultato con alle spalle poco meno di vent’anni di problemi e disagi azzerati anche con il ramadan islamico al Ciak, «lo facciano pure presso la tensostruttura del teatro» annota Davide Boni «ma sia chiaro nessuno deve più mettere piede né prima né dopo il momento di preghiera presso il centro islamico di viale Jenner». Avvertenza dell’assessore regionale che cala sulla prima Festa democratica di Milano dedicata, sorpresa, al federalismo: «Tema che affrontiamo partendo dall’esperienza concreta realizzata nei Comuni e nelle Province amministrate dal Pd» afferma Casati. Ma tematica a parte, la Festa del Pd guarda alle Provinciali del 2009 e lancia «un’alleanza con la gente, con chi ci ha visto in passato come forza di cui non fidarsi: ora gli diciamo di fidarsi di noi che ci prepariamo a fare una campagna di ascolto e di rilancio, superando la fase di autoreferenzialità dove ci facevamo le domande e ci davamo le risposte».

Corsa elettorale senza quindi Rifondazione che avverte, «senza di noi Filippo Penati perde». Certezza firmata da Nello Patta e dai dirigenti milanesi di Rifondazione che, nessuna sorpresa, non hanno ricevuto alcun invito per la Festa. Assenze giustificate, stavolta.

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