Difendono pachistano: accoltellati due giovani davanti alla discoteca

Via Melchiorre Gioia: spintoni e insulti razzisti a un venditore di rose, poi spuntano le armi Presi gli aggressori, avevano tentato la fuga

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Cosa succede se difendi una persona ingiustamente accusata? Che ti prendi una coltellata nella pancia, chiaro. A Milano non è la prima volta. E l’episodio verificatosi nella notte tra giovedì e venerdì davanti al «Gioia 69», nell’omonima via e allo stesso civico del noto locale à la page della notte meneghina, non sarà purtroppo neanche l’ultimo.
Gianluca B. e Alessio P., di 25 e 24 anni, entrambi di Oggiono, l’hanno imparato a loro spese. I ragazzi, accompagnati dalle fidanzate, stavano comprando delle rose da uno dei tanti venditori di fiori che si aggirano nei locali per sbarcare il lunario. Erano passate da poco le 2, tra una contrattazione e un sorriso, i quattro si stanno divertendo. Poi sentono una voce alle loro spalle che sibila: «Pachistano di m....!». Frase uscita dalla bocca di C.F., 28 anni, di Cormano che, insieme all’amico Fabio Cambielli, 24enne residente a Sant’Angelo Lodigiano (Lodi), sta uscendo dal locale.
I due attaccabrighe insistono con altre frasi razziste contro il pachistano, gli si avvicinano, lo spintonano. Del resto F. ha un curriculum che non lo smentisce: ultrà del Milan, noto alla Digos per una diffida dagli stadi fino al 2010. Gianluca e Alessio non ci stanno. E intervengono per difendere il pakistano, ma Cambielli, in una manciata di secondi, estrae un coltello e colpisce i due al ventre.
I due balordi scappano e le ragazze di Gianluca e Alessio - di 24 e 26 anni - davanti ai fidanzati feriti, cominciano a urlare e a chiedere che qualcuno intervenga. «Chiamate l’ambulanza!», urlano. Mentre arriva il personale del 118, giungono anche i carabinieri che, dietro indicazione delle fidanzate dei feriti, riescono ad arrestare Torti mentre cerca di fuggire insieme a un amico a bordo di una Toyota Yaris, mentre Cambielli sparisce correndo via a piedi.
Gianluca e Alessio finiscono rispettivamente al Niguarda e al Fatebenefratelli. Il primo è grave, ma anche dopo l’operazione la sua prognosi resta ancora riservata. Non corre pericolo di vita Alessio, invece, arrivato al pronto soccorso in condizioni migliori rispetto all’amico, qualche ora dopo è di nuovo in sala operatoria per complicazioni (non gravi).
In caserma, i militari pensano a una rissa, ma mentre interrogano Torti sul cellulare dell’amico arriva un sms. È una loro amica, una vecchia conoscenza. «Ho trovato Fabio per strada - dice il testo del messaggino -.

Ho capito che gli era successo qualcosa e l’ho riaccompagnato a casa sua: non temere». Ed è a quel punto che Cambielli viene raggiunto a Sant’Angelo dai carabinieri e sottoposto al fermo per tentato omicidio. Torti e l’altro ragazzo, invece, sono accusati di concorso in tentato omicidio.

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