La guerra delle spie Medio Oriente: Israele e America unite (con un unico scopo)

La Cia invita profili di potenze avversarie a collaborare suggerendo un clima di regime-chance in un momento di forte instabilità. Nel mirino la Cina di Xi e l'Iran di Khamenei già preoccupato dal Mossad

La guerra delle spie Medio Oriente: Israele e America unite (con un unico scopo)
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Nel vicino oriente lo spionaggio l’hanno praticamente inventato. E come terra di confine, contesa per millenni tra popoli, religioni e asseti bipolari, la guerra di spie non è mai terminata, anzi, è più attiva che mai.

È notizia di ieri pomeriggio, martedì 2 ottobre, quella che vede la Cia impegnata a fornire "istruzioni in più lingue” per essere “contatta in modo sicuro” attraverso un invito informale ma serioso pubblicato su suoi canali social. La “nostra missione globale”, spiega l’agenzia di spionaggio statunitense, forse la più infiltrata nel mondo a giudicare dalle recente accuse pubbliche mosse da un neo-libero cittadino Julian Assange, sottolinea come i profili che siano disposti a collaborare con i progetti dell’intelligence americana debbano essere “in grado di raggiungere la Cia in modo sicuro da qualsiasi luogo”. Invitandoli sempre alla cautela.

Diffidare dagli “account che affermano di rappresentare la Cia”, continuano, “controllate gli elenchi ufficiali dei nostri account pubblici e siate consapevoli che gli account fraudolenti potrebbero utilizzare nomi di account scritti in modo errato che assomigliano molto ai siti ufficiali della Cia”.

Gli Agenti cinesi che desidera la Cia

L’intensificazione degli gli sforzi per reclutare cittadini di potenze avversarie come la Cina, dove si può “approfittare di un crescente malcontento nei confronti del governo di Xi Jinping”, ha affermato il vicedirettore dell’agenzia David Cohen; e l’Iran, dove è già in atto una caccia alla talpa per il sabotaggio cercapersone e l’eliminazione di obiettivi di altissimo livello di Hezbollah e Hamas, Hassan Nasrallah ucciso a Beirut, e Ismael Haniyeh, eliminato mentre si travata a Teheran in una palazzina controllata dai pasdaran, lascia pensare che lo spionaggio occidentale stia lanciando un messaggio che suona tanto come un “invito alla sovversione”. Per non definirlo tradimento.

Ci sono molte persone a cui non piace il regime di Xi e la direzione in cui si sta muovendo il paese e che vogliono aiutare il loro paese lavorando con noi", ha evidenziato il vicedirettore della Cia Cohen. Ma si tratta davvero dell’espansione di una rete che ha come obiettivo un regime-chance?

Un invito agli iraniani contrari a Khamenei già preoccupato dal Mossad

Il messaggio delle servizi segreti americani è stato recapitato anche agli iraniani. La Cia vorrebbe ingaggiare dei profili contrari al regime dell’ayatollah Khamenei e più vicini allo spirito persiano del destituito Reza Pahlevi. Un rovesciamento invocato proprio nei giorni scorsi anche dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Inviso agli ex-vertici dello Shin Bet, il servizio segreti per la sicurezza interna di Israele, ma comunque vertice della Knesset che deve aver autorizzato il Mossad, se si è trattato davvero di un’operazione si spionaggio, a colpire i vertici militari di Hezbollah attraverso il sabotaggio di beeper e walkie-talkie.

Secondo quanto riportato oggi da fonti di Reuters la guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei avrebbe avvertito per tempo Hassan Nasrallah, vertice di Hezbollah ucciso da un raid areo mentre si trovava nel suo quartier generale a Beirut, intimandogli di lasciare Libano perché temeva per la sua vita. L'ayatollah ora sarebbe “profondamente preoccupato per possibili infiltrazioni israeliane” a Teheran.

L'inviato incaricato di recapitare il messaggio a Nasrallah, il comandante delle Guardie della Rivoluzione, Abbas Nilforoushan, è morto insieme al leader di Hezbollah nel bunker colpito da bombe israeliane, sviluppate da americani, e sganciate con la puntualità che solo una spia infiltrata può avere suggerito. Secondo il quotidiano francese Le Parisien sarebbe stato proprio “un iraniano” a informare il nemico dell'esistenza di una riunione che si sarebbe tenuta a Beirut, e avrebbe visto riuniti il leader del partito di Dio e alti ufficiali, compreso l’emissario di Khomeini.

Che la Cia e il Mossad concordino su come agire nei confronti dei regimi islamisti non dovrebbe stupire. La vera sorpresa sarebbe se ci fossero davvero interessi esclusivi di potentati regionali o fazioni interne a combaciare con questo clima di "rovesciamento".

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