Beh, allora pare proprio che la casta dei giudici sinistrorsi voglia revocare la libertà di stampa! Ma dove si sono nascosti i noti progressisti i quali, ad ogni piè sospinto sino a poco tempo fa, dichiaravano e propalavano anche ai giornali esteri che in Italia non c'è più libertà di stampa?
Torino
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Egregio Direttore, sono disgustato e mi vergogno come italiano per certa magistratura, anche ai massimi livelli, che ci ritroviamo. Esistono sicuramente tanti magistrati onesti (intellettualmente) che lavorano nell'ombra; ma quelli che non lo sono gettano discredito su tutta la categoria. A Lei tutta la mia comprensione e solidarietà.
Marino Guffanti
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Grandissimo rispetto alla dirittura morale di Sallusti. Il suo odierno articolo di fondo temo che Le procurerà un altro processo per diffamazione. Ma il coraggio con il quale ha confutato le conclusioni della suprema corte e rispedito ai mittenti le espressioni censorie sulla moralità del Suo essere direttore Le fanno onore. Con profondo rispetto e stima Le sono vicino consapevole che al Suo posto non sarei stato capace di essere altrettanto coraggioso.
Marigo Giovanni
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Caro Direttore Sallusti, ho letto d'un fiato il suo fondo su Il Giornale di oggi. Mi permetta di definirlo un'intemerata perché Lei è uno dei pochi che veramente non ha timori di dire ciò che crede e ciò che, anche a mio avviso, è giusto. Da avvocato di provincia mi dibatto ogni giorno tra l'arroganza e l'ignoranza di, non tutti, ma comunque di troppi giudici, che sentenziano sulla base di norme appena orecchiate e su materie di cui spesso ignorano i fondamenti, spaziando da un ramo all'altro del Diritto, se non addirittura da una professione all'altra (giudicanti o requirenti) come se l'aver passato un esame di Stato avesse portato loro il dono dell'onniscienza. Il primo compito di uno Stato, l'amministrazione della Giustizia, è ormai divenuto in Italia l'esercizio di un potere, nel peggior senso, politico, umiliando l'altissima funzione che dovrebbe invece essere svolta. Direttore, sappia che non è solo.
Enrico Longhi
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Caro Direttore, Le esprimo la mia assoluta solidarietà e Le assicuro che continuerò a essere, nel mio piccolo, uno dei molti Suoi complici, con altrettanto spiccata tendenza a delinquere, nel crimine che si chiama libertà.
Emanuele Pigni
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Plaudo a quanto scrive Sallusti nel suo fondo. Mi auguro che chi non si sente suddito e non ha paura, come lui, di esercitare la libertà di pensiero, cioè di dire come stanno realmente le cose, sommerga quei magistrati sotto un mare di messaggi di riprovazione (per usare prudentemente un eufemismo). La magistratura, nonostante tanti ottimi giudici, agisce come un potere senza controllo in regime di impunità. Oggi rappresenta una reale emergenza.
Michelangelo Abrate
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Caro direttore, complimenti per il suo articolo di oggi. Ha la massima solidarietà da me e famiglia. Siamo orgogliosi di avere come direttore del nostro Giornale uno dei rari Uomini sulla scena. Non molli e non ceda di un millimetro e se veramente arriveranno a metterla dentro - ma ne dubito - saremo ancora più orgogliosi di continuare a leggere il suo e nostro quotidiano.
Aldo Chiavari
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Caro direttore Sallusti, sono veramente adirato e scandalizzato per ciò che le sta capitando, per via giudiziaria. Non posso concepire che un giornalista debba andare in carcere per un'opinione ospitata (e a firma non sua) sul quotidiano da lei diretto qualche anno fa. E sono parimenti orgoglioso per la sua presa di posizione nei riguardi dei magistrati, che l'hanno voluta colpire così nel profondo della sua dignità. Non le dico: «coraggio!», ma vivi complimenti per la sua fierezza di uomo tutto d'un pezzo, che fa onore alla sua professione. Le sono molto vicino e le stringo la mano.
Domenico Fiordelisi
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Gentile Direttore, desidero esprimerle la mia solidarietà e condivisione per ciò che ha scritto questa mattina sul Il Giornale. Non so come finirà questa storia, ma - sicuramente - ancora una volta l'Italia verrà squalificata proprio da coloro che dovrebbero tutelarne la dignità. Non demorda.
Carla Repossi
Milano
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Caro direttore siamo tutti con Lei, anche se non avvezzi ci organizzeremo a scendere in piazza per portarle la nostra solidarietà e cercare di evitare questa follia giudiziaria, il suo caso deve fare riflettere la società civile, questi personaggi hanno troppo potere e tante volte ne abusano, dovrebbero giudicare al di sopra delle parti, invece sono corporativi, di parte e prevenuti, e se sbagliano? loro non pagano mai.
Passarin Maurizio
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Egregio direttore buongiorno. È da qualche giorno che penso come può essere rovinata e buttata alle ortiche una vita di lavoro ma soprattutto l'onorabilità di una persona. Oggi, nel suo articolo di fondo, ogni persona trova un po' di conforto. Comprendo il suo stato d'animo.
Sergio Cardarelli
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