Si è fatta coraggio e ha sfruttato il suo talento artistico per reagire alla violenza subita, anche se chiunque al suo posto avrebbe voluto soltanto dimenticare. Con un disegno, eseguito a mano poco dopo lo stupro, ha impresso su carta il ricordo del suo aguzzino. Uno schizzo con il volto dell'insospettabile, e quindi pericolosissimo, predatore seriale, già autore di altre 4 violenze sessuali realizzate tutte con lo stesso schema. A bordo di un monopattino, il 21enne, residente ad Alessandria ma con una nonna a Milano, sfrecciava per la città quasi svuotata dalle ferie. Individuava le ragazze più distratte - alcune erano al telefono - le sorprendeva alle spalle e in pochi minuti le violentava. La studentessa bulgara di 29 anni, iscritta a un corso universitario di architettura, è stata la quinta vittima. Lo scorso 13 luglio stava percorrendo a piedi la Strada della carità, un vicolo lungo poche decine di metri che collega corso Lodi e via San Gerolamo Emiliani con via Friuli, in zona Porta Romana. Anche lei ha provato a difendersi quando il ragazzo l'ha raggiunta alle spalle. Ma nessuno l'ha sentita e potuta aiutare. La giovane si era subito presentata alle forze dell'ordine, sporgendo denuncia contro ignoti. Settimane dopo, quando l'uomo è già ai domiciliari per le altre quattro violenze tutte avvenute in zone centrali della città (è stato arrestato ad agosto), un'altra vittima ha visto il disegno con il volto dell'uomo che la studentessa di architettura aveva postato sui social. E a quel punto la contatta. «È la stessa persona», le dice. Dopo il riconoscimento della giovane negli uffici della Squadra mobile, il pm Pasquale Addesso chiude a ottobre il secondo filone di indagine sul 21enne, contestandogli la violenza di luglio oltre alla detenzione di materiale pedopornografico ritrovato sui suoi telefoni. Nel processo con rito ordinario in cui il giovane è imputato per le quattro violenze tra maggio e giugno, verrà discussa a marzo la perizia psichiatrica chiesta e ottenuta dal suo avvocato. Per lo stupro alla studentessa bulgara, invece, affronterà l'udienza preliminare ad aprile. Tra gli indizi a carico del 21enne, già noto alle forze dell'ordine per maltrattamenti alla madre, ci sono le immagini delle videocamere e le celle che agganciano il suo telefono nei luoghi degli stupri. E anche le ricevute con i resi dei monopattini su Amazon.
Stando a quanto ricostruito, infatti, li acquistava on line e li restituiva dopo le violenze per evitare che venissero in seguito riconosciuti. Un segnale, secondo l'accusa, che l'uomo era lucido e perfettamente in grado di intendere e di volere.
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