Dopo lo schiaffone incassato alle amministrative, Beppe Grillo va avanti a tentoni, scomposto. Insulta a testa bassa, attacca indiscriminatamente nemici e (vecchi) amici, ritratta le regole che lui stesso aveva stilato per i suoi adepti. Così, mentre il deputato Roberto Fico, ospite dell'Annunziata a In mezz'ora, prova a stemperare gli animi nel tentativo di accaparrarsi la presidenza della Vigilanza Rai, il comico torna al caro, vecchio insulto e promette a Giovanni Floris, Milena Gabanelli e Stefano Rodotà di "fargli un culo così". Un fraseggio affatto ineducato che ha fatto saltare i nervi alla conduttrice di Report, ex idolo stellato, che dalle colonne di Repubblica ha sparato a palle incatenate contro il comico: "Sono abituata a ricevere insulti. Sono estranea a questo rumore di fondo. Ognuno fa il proprio mestiere. E io continuo a fare la giornalista".
I sondaggi danno un'inversione di rotta: i grillino non "tirano" più. La raffica di "no" a Pier Luigi Bersani, le liti furibonde sugli scontrini e sui rimborsi e l'inconcludente preoccupazione del boss di silurare giornalisti a destra e a manca hanno già fatto arenare la calata su Roma dei Cinque Stelle. Se da un lato il comico cambia strategia spendendo i suoi nelle redazioni per parlare alla gente attraverso il tubo catodico, dall'altro continua la sua crociata contro la stampa e quegli "amici" che nelle ultime settoimane hanno osato rivoltarglisi contro. Rivendicando la presidenza della commissione di Vigilanza della Rai, poi, passa a difendere i suoi parlamentari ("persone perbene che sbagliano") ricercando i colpevoli degli attacchi al Movimento 5 stelle tra i giornalisti. Dal palco di Mascalucia, nel Catanese, va giù duro assicurando di "non avere mai visto un’informazione così collusa che racconta balle su balle" e che "cerca di tirare fuori cose incredibili" sui Cinque Stelle. I primi affondi sono per La7 ("regalata a un amico di Berlusconi") e per la Rai. Sulla televisione pubblica Grillo aveva affidato l’attacco al suo blog. La definisce "un pozzo senza fondo" con "molti giornalisti che dovranno rendere conto della loro omertà, dei loro attacchi telecomandati, dei loro silenzi". Nel repertorio di Grillo le minacce di stampo dittatoriale sono ormai diventate un classico. Un triste teatrino che ricorda certi leader del Sud America che se la prendevano sempre con la stampa. È proprio con questo spirito che il comico vorrebbe mettere le mani sulla Vigilanza Rai: "O ci verrà affidata al più presto o ne trarremo le conseguenze". E precisa: "Non ce l’ho con i giornalisti, ma io non dimentico niente... noi siamo gandhiani, vi facciamo un culo così".
Il guru pentastellato se la prende "con i Floris e i Ballarò". Ma anche con Rodotà e la Gabanelli, "quelli che ci si sono rivoltati contro". Minacce tutt'altro che velate. Promesse di resa dei conti da bullo di periferia. Ai presenti che lo applaudono ridendo con lui, Grillo concede una battuta: "Loro le mani non le battono, le baciano...".
Il solito repertorio per distogliere l'attenzione dall'inconcludente azione parlamentare degli stellati che, dopo aver rifiutato di sporcarsi le mani col governo, hanno perso tempo a cincischiare alle Camere senza attuare quella rivoluzione promessa a lungo. E, anziché mettersi al lavoro, i deputati studiano come comportarsi in tivù. Una decina di loro, opportunamente addestrata, sarà presto pronta per affrontare le interviste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.