Milioni di server in tutti i maggiori dipartimenti IT del mondo passano gran parte del loro tempo facendo letteralmente nulla di utile. Una situazione che si traduce in consumi elettrici ed emissioni di CO2 e altri inquinanti del tutto ingiustificati, al prezzo di miliardi di dollari ogni anno che tutti noi paghiamo.
Uno studio della Kelton Research, per conto della Alliance to Save Energy, ha portato alla luce numeri impressionanti: 4,7 milioni di server in tutto il mondo contribuiscono a "gettare nel cestino" qualcosa come 25 miliardi di dollari, ogni anno. Quasi tre aziende su quattro (72%) intervistate hanno ammesso che almeno il 15% dei loro server è perfettamente inutile, mentre un numero ancora più elevato (83%) ha confessato di non avere una comprensione sufficiente delle reali percentuali di utilizzo dei server.
Cosa fa l'industria dell'IT per porre mano a questa situazione? Sorprendentemente, ben poco. Per due IT manager su tre la 'caccia' al server inutile si risolve semplicemente nell'attendere rotture e malfunzionamenti: se un server è rotto ma il sistema non ne risente, allora è uno di quelli inutili. Al contrario, molti manager sono convinti che la causa principale sia da identificare nell'eccessivo peso dei servizi IT interni ad un'azienda, sproporzionati rispetto alle reali necessità.
La soluzione adottata in molte aziende è la virtualizzazione dei server inutilizzati: ben il 65% ha fatto ricorso a questa opzione.
Con il risultato che si sta verificando il fenomeno detto virtual server sprawl, l'eccessiva diffusione di server virtuali con percentuali di utilizzo bassissime, quando non a zero, situazione che sta sollevando non poche preoccupazioni nel 41% dei manager.di Franco Cavalleri
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