Da domani via ai saldi scacciacrisi e l’incasso sarà d’aiuto all’Abruzzo

Renato Borghi (Ascomoda): «Sta tornando la fiducia nei consumi». No alla proposta dell’assessore di anticipare le vendite di fine stagione. La media degli sconti iniziali è del 40 per cento, occasioni per tutti. i saldi dureranno sessanta giorni

Da domani via ai saldi scacciacrisi 
e l’incasso sarà d’aiuto all’Abruzzo

Ecco i saldi. Si parte domani e per 60 giorni le vetrine esporranno i capi di fine stagione. Cosa cambia quest’anno? Per gli amanti dello shopping una certezza: Milano pullula di occasioni ghiotte. Piaccia o no, è uno degli effetti della crisi. «Abbiamo bisogno di pagare le tasse, le spese e i fornitori - ammette Maurizio Di Rienzo vicepresidente di Ascomoda e titolare di una pelletteria in pieno centro -. Basta girare un po’ per accorgersene: la merce è fresca e le occasioni imperdibili». I negozianti ci contando davvero sulla fine stagione, gli sconti partono già alla grande: 40 per cento in media. L’Unione commercio calcola che le famiglie milanesi spenderanno 413 euro a famiglia, quasi il doppio che nel resto d’Italia. «Quello che ci conforta è la crescita di fiducia delle famiglie nei consumi come emerge dall’indice Isae» è ottimista Renato Borghi presidente di Ascomodamilano-Federazione Moda Italia e vicepresidente dell’Unione e convinto «della fine della caduta, segnale importante per il prossimo inverno». Certo è che la batosta, da settembre in qua, si è fatta sentire eccome. Soprattutto in centro. «Prima c’erano giapponesi, coreani e russi - conferma Alessandro Prisco presidente di Ascoduomo -. Vicino al Duomo gran parte dell’incasso dipendeva da loro». Ora con la crisi mondiale cui ha dato il colpo di grazia il tracollo di Alitalia gli stranieri chi li vede più? Aggiunge Borghi: «I russi sostenevano il settore del lusso e il fatto che Malpensa sia stata penalizzata come hub ha avuto i suoi effetti negativi».
Un’altra novità è lo shopping solidale: tutti i commercianti sono invitati a devolvere una parte dell’incasso ai colleghi colpiti dal terremoto. L’Unione del commercio sta per divulgare una locandina, «l’obiettivo è riaprire da cento a duecento negozi in Abruzzo» si augura Renato Borghi. Non piace invece la proposta dell’assessore alle Attività produttive, Giovanni Terzi, di anticipare i saldi a metà giugno. «Vorrei discuterne con la Regione e con l’Unione - ha detto Terzi - mi sembra un’opportunità da non perdere».

«Per me sarebbe un disastro - ammette Sergio Pilon titolare di un negozio di scarpe dal 1934 - Una volta ero in zona Cordusio, ora sono in San Michele del Carso. Le mie clienti affezionate sono donne dai 55 anni in su, qui trovano scarpe comode. Il problema è che a metà giugno partono con i nipotini. Sarebbe un suicidio scontare quando inizia l’estate».

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