Domani la manovra sarà al Senato E la super tassa vale 3,8 miliardi

Schifani ha convocato l'Aula per domani pomeriggio per la presentazione del decreto sulla manovra economica. La norma che armonizza la tassazione delle rendite finanziarie al 20% vale 2 miliardi di euro. Berlusconi: "Siamo aperti alle modifiche, ma a saldi invariati". L'Ocse approva il pacchetto di misure. Ma Bersani pone due condizioni per dare il suo contributo

Domani la manovra sarà al Senato 
E la super tassa vale 3,8 miliardi

Roma - La manovra finanziaria approderà domani a Palazzo Madama. Il presidente del Senato Renato Schifani, infatti, ha convocato l'aula per domani pomeriggio alle ore 16.30, per la presentazione del ddl di conversione del decreto sulla manovra economica. Successivamente, il provvedimento passerà alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato che inizieranno l'esame del decreto a partire da lunedì 22 agosto. La norma che armonizza la tassazione delle rendite finanziarie al 20%, con esclusione dei titoli di Stato, porterà nelle casse dello Stato a regime 1.919 milioni di euro. Non solo. Nella relazione tecnica alla manovra in possesso dell’Ansa si legge che il contributo di solidarietà, esteso ai privati, porterà nelle casse dello Stato 3.817,4 milioni di euro in tre anni. Intanto, durante una passeggiata a Portorotondo con i nipotini, il prensidente del Consiglio Silvio Berlusconi è tornato a ripetere che il governo è aperto alle modifiche: "I saldi della manovra devono essere assolutamente invariabili. Ma se durante il percorso parlamentare emergono delle nuove idee che siano migliorative dei provvedimenti adottati nulla osta a che siano accolti".

L'apertura del Cav all'opposizione I tagli si possono spostare, non eliminare. Il premier però ieri ha proposto alcune cose specifiche: utile in teoria ma problematico l’aumento di un punto dell’Iva (attualmente non previsto). Sì al contributo di solidarietà già previsto per i redditi superiori ai 90mila euro (e molto contestato perchè colpisce in primo luogo i redditi da lavoro dipendente col rischio di "saltare" gli evasori): anche se Berlusconi ammette che si potrà aiutare chi ha famiglia. Infine un netto no alla patrimoniale cioè a un’imposta non sui redditi ma sui patrimoni. "Un punto in più di Iva cambierebbe molto le cose perché sarebbero almeno cinque miliardi in più - ha detto Berlusconi - però l’Iva determina una contrazione dei consumi". Non solo, aggiunge, "vi sarebbe una maggiore tendenza all’evasione". Quanto al contributo di solidarietà "secondo i nostri calcoli darà un gettito di molto meno di un miliardo di euro" ma è stato introdotto per giustizia, perché "non fossero le classi più disagiate, attraverso magari minori servizi da parte degli enti locali, a dover pagare maggiormente il costo della manovra". Possibile però ripensare il provvedimento in base al numero dei familiari, ma anche sulla percentuale e sulla durata del prelievo (fissato per ora a due anni). No, invece, alla patrimoniale, che "è un esproprio, ed è quasi sempre ingiusto e poi la patrimoniale non va a ridurre il deficit, ma va a ridurre il debito". Ciò non basta: "il risparmio sul deficit è soltanto quello dei minori interessi passivi che tu paghi su quei pochi miliardi con cui riesci a ridurre il debito pubblico". Poco informato dunque chi ne ha parlato, "però io ormai ho la pelle dura, e per farmi male devono proprio farmi i buchi".

Il valore del contributo di solidarietà Il contributo di solidarietà, esteso ai privati, porterà nelle casse dello Stato 3.817,4 milioni di euro in tre anni. Nella relazione tecnica al provvedimento si legge poi che il gettito aggiuntivo sarà di 674,4 milioni nel 2012, 1.557 nel 2013 e 1.586 nel 2014. "Poiché il contributo è deducibile dal reddito complessivo - si spiega nella Relazione in possesso dell’Ansa - per ottenere il corrispondente gettito Irpef annuo netto occorre tener conto dei relativi effetti fiscali che sono stimati in circa -1.172 milioni di euro di Irpef e -35 e -12 milioni di addizionale regionale e comunale".

La posticipazione del Tfr Saranno circa 19 mila i lavoratori pubblici che, maturando i requisiti di pensionamento anticipato nel 2012, potrebbero incorrere nello slittamento di 2 anni nell’erogazione del Tfr. La platea di "statali" interessata dalla norma esclude comunque i lavoratori che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2011. La platea, che si ridurrà nel 2013 per effetto dell’innalzamento dei requisiti previsti per quest’anno, si aggirerà intorno ai 21-22 mila lavoratori nel 2014. Per i pensionamenti di vecchiaia, si legge ancora, il tfr slitta invece di sei mesi e potrebbe riguardare circa 16.500 lavoratori gradualmente crescenti a circa 35.000, tenuto conto che una parte dei soggetti in esame manifesta la propensione di accedere al pensionamento successivamente alla maturazione dei requisiti minimi.

Imposta sulle sigarette I nuovi giochi e l'aliquota dell'imposta sulle sigarette porteranno nelle casse dello Stato non meno di 1.500 milioni di euro annui a partire dal 2012. Inoltre il direttore generale dell'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato può proporre al ministro dell'Economia di disporre con propri decreti, entro il 31 dicembre 2011, tenuto anche conto dei provvedimenti di variazione delle tariffe dei prezzi di vendita al pubblico dei tabacchi lavorati eventualmente intervenuti, l'aumento dell'aliquota di base dell'imposta di consumo sulle sigarette. 

Accertamenti sugli studi di settore I maggiori accertamenti sugli studi di settore dovrebbero portare nelle casse dello Stato 823,5 milioni nel periodo 2011-2014: 31,5 milioni nel 2011, 330 milioni nel 2012, 231 milioni nel 2013 e 231 milioni nel 2015. La norma ha come obiettivo quello di garantire una maggiore correttezza da parte dei contribuenti nella compilazione della relativa modulistica fiscale. 

L'Ocse promuove la manovra "L’Ocse accoglie con favore il pacchetto complessivo di misure approvato dal governo italiano", ha commentato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria. "Le misure di aggiustamento fiscale che enfatizzano in maniera appropriata i tagli alla spesa piuttosto che gli aumenti delle entrate, porteranno al pareggio di bilancio con un anno di anticipo. Le misure rafforzeranno in modo significativo la sostenibilità del debito che è la principale emergenza, dato il suo alto livello - si legge nel comunicato dell'Ocse - inoltre è importante sottolineare che contribuiranno anche alla tenuta complessiva dell’area euro". Gurria sottolinea che misure come il taglio delle province e dei comuni "porteranno benefici permanenti sulla spesa pubblica. Anche le liberalizzazioni aiuteranno il basso tasso di crescita dell’economia italiana.

Queste misure dovrebbero essere messe in pratica senza ritardi per avere i benefici delle riforme strutturali nel più breve tempo possibile". L’Ocse è pronto a sostenere il governo italiano "nelle settimane e nei mesi futuri nel monitoraggio dell’economia e nell’attuazione delle riforme".

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