Nella questione dei trapianti i punti controversi sono talmente gravi e numerosi che non si finirebbe più di parlarne anche se la discussione fosse ammessa; in realtà, invece, esiste un ordine segreto ma inderogabile che vieta qualsiasi informazione sullargomento, salvo qualche compiaciuta notizia che viene data su casi straordinari tesi a meravigliare lopinione pubblica e a incitarla a mettere a disposizione senza remore tutti i corpi, quello proprio e quello dei familiari.
Questo è il primo dato sul quale bisogna riflettere: perché le istituzioni vogliono a tutti i costi incrementare la pratica dei trapianti e hanno impostato fin dallinizio una campagna pubblicitaria indirizzata a convincere i sudditi in modo che non li sfiori neanche il minimo indizio negativo? Quale interesse ha lo Stato? I trapianti sono autorizzati esclusivamente nelle strutture pubbliche, quindi la spesa enorme che comportano è a carico dei cittadini. Nessuna cifra, però, viene mai allo scoperto. Cifre spaventose, comunque, anche se non ne conosciamo lentità perché non riguardano soltanto i numerosi fallimenti (i trapianti di midollo, per esempio, vengono ripetuti più volte e non sempre riescono), ma soprattutto a causa dellincremento di malattie genetiche le quali ovviamente non guariscono con il trapianto.
«Merce finale» lha chiamata Giovanni Berlinguer - un medico dalla coscienza trasparente e della cui sapienza marxista nessuno può dubitare - in un saggio dedicato alla «Compravendita di parti del corpo umano» uscito ormai oltre dieci anni fa (Baldini&Castoldi, 1996). Non fece scalpore allora, ma continuano a non fare scalpore neanche oggi le notizie che pure si susseguono ogni giorno sul crimine più infame che lumanità abbia mai compiuto: bambini, bambine, ragazze, rapiti e uccisi per rifornire di organi palpitanti il mercato dei trapianti. Per non parlare degli adulti, povere donne soprattutto, che in India vendono un rene per pochi dollari (condannandosi così a una morte precoce per limpossibilità di sopravvivere con un solo rene alle gravidanze). Come mai nessuno inorridisce? Ogni volta che si è tentato di portare alla luce gli atroci segreti della «merce finale», le notizie sono sprofondate subito nel più complice dei silenzi. Noi dobbiamo per forza chiederci: perché, perché? Cosa si nasconde dietro i trapianti? Come mai non vengono denunciati i tanti chirurghi, i tanti anestesisti che sono indispensabili per tali operazioni e che uccidono prelevando organi di bambini rapiti in ogni parte del mondo, o che, come minimo, tacciono sullorigine degli organi che trapiantano? Sia ben chiaro: occorrono strutture adeguate, camere sterili, strumentazione apposita, laboratori di analisi, assistenza e farmaci per i pazienti, tutte cose che sicuramente sono in molti a conoscere. La motivazione economica non è sufficiente a spiegare una complicità così estesa e che coinvolge, anche soltanto con il silenzio, medici, giornalisti, politici, sacerdoti, poliziotti, nel crimine più efferato, più sconvolgente che sia possibile immaginare.
Stefano Lorenzetto ha messo in luce, nellarticolo pubblicato sul Giornale del 3 settembre scorso, molti punti controversi nella questione dei trapianti e, più importante di tutti, il problema della morte cerebrale. È inutile girarci intorno: la definizione di morte cerebrale è una convenzione indispensabile al prelievo di organi ed è stata fissata a questo unico scopo. Non mi soffermo su tutti gli interrogativi che Lorenzetto ha già esposto in modo chiarissimo. La mia domanda è sempre la stessa: perché? Perché tutte le istituzioni hanno abbracciato con tale entusiasmo la definizione di morte cerebrale? Perché la Chiesa, perché Karol Wojtyla ha dato il massimo impulso alla pratica dei trapianti presiedendo il Convegno organizzato appositamente al Gemelli? È stato in quella occasione che Wojtyla ha messo la parola fine a ogni discussione rifiutandosi di far conoscere la lettera che centinaia di cardiologi e anestesisti cattolici gli avevano mandato dallAmerica proprio per motivare pubblicamente il loro rifiuto della «morte cerebrale».
Torno a chiedere: perché? Togliendo qualsiasi significato trascendente alla morte, la Chiesa ha compiuto un errore gravissimo, forse irreparabile. È sulla «morte» che sono state create le religioni, sullal di là della morte che si fonda lidea di Dio. Il trapianto di organi, nella sua brutale concretezza, ha tolto qualsiasi sacralità alla morte; e ha cancellato la trascendenza presente, con il suo immenso mistero, nel corpo del defunto. Ci si lamenta del «materialismo» del nostro tempo: lutilizzazione come pezzi di ricambio dei corpi degli altri ne è la massima prova.
Ida Magli
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