E adesso la Rai rende omaggio alla droga

Forse il problema è che siamo passionali senza oggetto. E allora, a tutti i costi, dobbiamo cercarne uno, di oggetto. Ovvio, il Festival nudo e crudo non ci basta. Non può bastarci. Quest’anno compie sessant’anni e, tutto sommato, è sempre, sconsolatamente, identico a se stesso

Forse il problema è che siamo passionali senza oggetto. E allora, a tutti i costi, dobbiamo cercarne uno, di oggetto. Ovvio, il Festival nudo e crudo non ci basta. Non può bastarci. Quest’anno compie sessant’anni e, tutto sommato, è sempre, sconsolatamente, identico a se stesso.
Sì, dev’essere questo. Altrimenti non si spiegherebbe come mai, da giorni, non solo noi ma anche la Rai intera ci stiamo sfilacciando i nervi a colpi di Morgan sì, Morgan no. Siamo onesti, questa non è una bella sfida al nostro autocontrollo, questo è un diversivo indispensabile alla nostra noia. Tanto che il diretto interessato sembra non saperne nulla (l’hanno legato sulle rotaie senza dirgli che sarebbe arrivato il treno), mentre la tv di Stato si espone e poi si ritrae, la Clerici rilascia interviste che gli organizzatori sanremesi smentiscono, il Festival soffre e poi gongola. E noi pure. Non è Morgan che sta perdendo il nostro tempo, siamo noi che del nostro tempo non sappiamo cosa fare.
Ieri l’ipotesi per l’ex leader dei Bluvertigo cacciato dalla kermesse, era quella di un «omaggio», o «tributo», che dir si voglia. Solo che poi la Rai non ha voluto dire e ha prontamente corretto. Dopo le dichiarazioni sull’uso di crack come antidepressivo, un omaggio a Morgan dentro al Festival, in forma di video, audio, imitazione, sarebbe anche peggio della presenza di Morgan in carne e ossa (più ossa che carne). Un omaggio è una specie di epitaffio per vivi, di corona senza spine. E se Morgan non si merita l’Ariston, l’Ariston non si merita Morgan. Invece il tossico «tira».
Spiace per il cantante, che si è fatto tutta la Quaresima ed evidentemente si perderà la Pasqua. Ma da quando la regina Antonella, candida, ha dichiarato a Mollica durante il Tg1 che Morgan ci sarebbe stato, i fiori della Riviera sono appassiti, a Mazza si è spettinato il ciuffo, Giovanardi e Gasparri sono insorti. Porta a porta, alla fine, l’hanno digerita tutti. In fin dei conti quella era stata una puntata divulgativa contro l’uso della droga. Con Morgan affettuosamente colpito a colpi di knut da don Mazzi e Livia Turco. Ma il fanatico del crack sul palco di Sanremo... Sarebbe come rimboccare la lapide alla tv pubblica. Meglio usarlo prima, Morgan. E censurarlo poi. In un frenetico susseguirsi di ipotesi, caricando l’atmosfera di aspettative, smentendo, lasciando dire, indignandosi.


C’è sempre bisogno di qualcosa e quest’anno, quel qualcosa è Morgan. Credere che Viale Mazzini non sappia cosa la Clerici annuncerà dal primo tg di Viale Mazzini è troppo perfino per noi. Che non siamo migliori della tv pubblica.

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